La paura del candidato sindaco Pd Massimo Mezzetti è che in questo caso la somma sia 1,5 e che quindi, nonostante il grande raggruppamento, non si riesca a centrare l'obiettivo della vittoria al primo turno.
A pesare sono quattro aspetti: una possibile sovrastima di Azione, le continue frizioni con Muzzarelli che alla lunga potrebbero indurre una parte dell'elettorato ad optare per l'astensione, l'attivisimo inaspettato del candidato di centrodestra Luca Negrini (gettato nella mischia da Fdi come agnello sacrificale, ma tutt'altro che disposto ad accettare questo ruolo) e, soprattutto, lo svuotamento del Movimento 5 Stelle, inglobato con una fusione a freddo al Sistema Pd.
Il partito di Calenda in questa fase pre-elettorale si è distinto per un grande attivismo.
Sul rapporto di tensione tra Muzzarelli e Mezzetti ormai molto si è detto. Il primo non vuole lasciare lo scettro, mentre il secondo sta facendo di tutto per marcare una discontinuità, almeno formale, con la giunta uscente. Un gioco delle parti in parte costruito ad arte ma che potrebbe sfuggire di mano ai due diretti interessati e portare a un effetto negativo sull'elettorato di riferimento.
Del resto va considerata anche la sorpresa positiva rappresentata dal giovane candidato di centrodestra, che scrollatasi di dosso la fiamma meloniana, sta rompendo molti dei paludati schemi dei candidati di opposizione del passato. Un approccio che sta creando qualche pensiero al centrosinistra: il gioco di continuare a delegittimare Negrini relegandolo a semplice 'uomo di bottega' o 'uomo di Barcaiuolo', vista anche la latitanza dalla campagna elettorale del senatore stesso a differenza della collega Daniela Dondi, non regge e occorre correre ai ripari con armi più sofisticate.
Infine il grande capitolo Movimento 5 Stelle.
Giuseppe Leonelli