L'Enciclica si suddivide in 4 capitoli; mette in evidenza che chi crede non è mai solo e credere è un bene comune che aiuta a distinguere il bene dal male, donando speranza. Il cuore della Lumen Fidei è quello di una fede che non separa l'uomo dalla realtà, ma lo aiuta a coglierne il significato.
La fede è spesso vista come una illusione, un salto nel vuoto che impedisce la libertà. Il Papa invece scrive che è importante fidarsi, umilmente e con coraggio, all'amore misericordioso di Dio.
Testimone affidabile della fede è Gesù, che è l'esperto nelle cose di Dio.
La fede non è un fatto privato, sottolinea il Pontefice, perché si confessa all'interno della Chiesa, come comunione concreta dei credenti.
La fede è legata alla verità e all'amore; la fede senza verità non salva e resta solo una bella favola. La fede poi non è intransigente, il credente non è arrogante perché la verità, che deriva dall'amore di Dio, non si impone.
Chi crede poi non può tenere per sé il dono della fede, la luce di Gesù deve brillare nel volto del cristiano e si trasmette di generazione in generazione, attraverso i testimoni. La fede ci è trasmessa anche attraverso i sacramenti, non allontana dal mondo ma costruisce pace e giustizia.
La fede infine dà un senso al dolore e alla morte, non dona una spiegazione a tutto, ma offre la sua presenza che accompagna.
In questo senso la fede è congiunta alla speranza. L'Enciclica si conclude con una preghiera a Maria, 'Icona perfetta', della fede affinché ci insegni a guardare con gli occhi di suo figlio: Gesù.