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Alle elezioni comunali di Modena del 2014, il PD è stato sostenuto da ben quattro liste “civiche” che hanno portato quasi 5.000 voti alla già importante dotazione del PD stesso, pari a circa 43.000 voti; si trattava di SEL, del centro democratico dell’ex assessore Tommaso Rotella, dei comunisti italiani di Federico Ricci e dei Moderati per Modena di Malavasi/Cardone/Balestrazzi.
Sul fronte del centro destra, la Lega Nord si era presentata da sola ottenendo quasi 3.000 voti, mentre UDC, Forza Italia e Fratelli d’Italia si erano alleati ottenendone quasi 12.000.
Ma quello che ci interessa oggi esaminare sono le liste “civiche” di opposizione.
La lista più accreditata era quella fondata da Adriana Querzè (nella foto con Campana), ex assessore PD, in rotta col suo ex partito; c’era perfino chi pensava che avrebbe potuto andare al ballottaggio; il risultato? Un misero 7% con meno di 7.
000 voti e due consiglieri; infatti, oltre alla capolista venne eletto anche Domenico Campana; poco dopo la Querzè si dimise facendo posto a Marco Chinchiarini; la vita del loro mini gruppo è stata abbastanza travagliata tanto che ora un consigliere di trova di fatto a sostenere la maggioranza, mentre un altro a contrastarla; quanto hanno inciso i voti di quei cittadini sulla vita dei modenesi?
Altra lista civica di opposizione fu quella di Antonio Montanini; ottenne circa 4.000 voti ed un consigliere, lo stesso capolista; quanto hanno inciso i voti di quei cittadini sulla vita dei modenesi?
La lista Modena-salute-ambiente dell’ex-grillino (fu tra i primi espulsi) ed attivo ex consigliere comunale Vittorio Ballestrazzi ottenne un deludente 1.6% con circa 1.500 voti e nessun consigliere.
Per ultima, ricordiamo L’Altra Modena, la lista di Flavio Novara che ottenne solo 1.245 voti e nessun consigliere.
Perché ricordare questo?
Perché le elezioni non sono, come De Coubertin diceva delle olimpiadi, che l’importante non è vincere, ma partecipare; al contrario, alle elezioni si partecipa per vincere e si vince o se si è strapotenti o se ci si allea. Se le quattro liste civiche di opposizione si fossero alleate, forse ma non è certo, avrebbero potuto ottenere circa 14.000 voti, circa gli stessi del Movimento 5 stelle e del centro destra.
Se poi si fossero alleate al nascente Movimento 5stelle (circa 15.000 voti), forse, avrebbero potuto competere con la corazzata PD ed alleati. Ricordo, tra l’altro che al ballottaggio, Muzzarelli ottenne quasi 10.000 voti in meno del primo turno, vincendo comunque col 63% e che Bortolotti ne ottenne 7.000 in più.
ELEZIONI 2019: UNA LEZIONE CHE NON E’ SERVITA
Per le ormai prossime elezioni, si sta prefigurando lo stesso scenario del 2014: sul versante PD, si stanno già costruendo diverse liste di appoggio ( forse ancora Rutella, forse Bosi, probabilmente Trande e compagni, ma forse anche Montanini e chissà chi ancora). Il centrodestra, oltre ai tre partiti storici, potrà contare sul sostegno dei Giovanardiani e della lista della Mazzacurati.
I 5 stelle correranno da soli, correndo concretamente il rischio di non arrivare nemmeno al ballottaggio.
Certo è che le liste collegate alla maggioranza non hanno nulla da perdere nel presentarsi divise, anzi; infatti, il loro compito è quello di intercettare voti che altrimenti potrebbero passare all’opposizione; tanto poi un contentino arriva sempre, anche se, in caso di loro unione, potrebbero maggiormente pesare nel confronto con l’alleato forte, piuttosto che rivestire una funzione poco più che ancellare.
Le liste di opposizione avrebbero, chiaramente, tutto l’interesse a unirsi facendo massa critica per poter pesare maggiormente sia nel consiglio comunale, sia in caso di eventuale ballottaggio. Ma, per ora sembra ognun vada per sé: pura testimonianza.
Vedremo…
Franco Fondriest