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Dolce àpoque di scena a Vienna: occasione futura per Modena

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Il progetto nasce dalla collaborazione transnazionale di 15 artisti croati, italiani, austriaci e ungheresi


Dolce àpoque di scena a Vienna: occasione futura per Modena
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Bellissima iniziativa promossa e organizzata da Marlene Prischich, ex allieva di pianoforte del Vecchi Tonelli, all’Ambasciata ungherese a Vienna. Titolo del progetto: “Dolce Époque”, che è stato occasione per rafforzare i rapporti diplomatici tra Croazia, Italia, Ungheria e Francia, grazie al patrocinio straordinario del Parlamento europeo. Rammento che il suo sogno era quello di realizzare un progetto simile a Modena, al Pavarotti o all’Accademia Militare nella rievocazione dei fasti estensi, e mi coglie un velo di tristezza. «Pensi Maestro – mi dice al telefono con l’entusiasmo alle stelle -  che tra i 150 invitati, erano presenti l’Ambasciatore ungherese, Andor Nagy, il ministro plenipotenziario dell’Ambasciata croata, Silvio Kus, il ministro consigliere dell’Ambasciata italiana, Marco Di Ruzza, il ministro consigliere dell’Ambasciata di Francia nonché direttore dell’Institut Français, Jacques-Pierre Gougeon, il consigliere straordinario dell’attuale presidente del Consiglio austriaco, Manfred Matzka e l’ex ministro della Difesa nonché tre volte presidente del Consiglio nazionale austriaco, Werner Fasslabend!» Chiedo a Marlene di descrivermi al meglio il progetto, così che possa scriverne e rendere orgogliosi il Vecchi Tonelli e la Città.



«Il progetto nasce dalla collaborazione transnazionale di 15 artisti croati, italiani, austriaci e ungheresi. Tra questi c’è Ilaria Zanetti, soprano al Teatro lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste, il noto gruppo vocale austriaco “Wiener Comedian Harmonists”, tutti membri del coro della “Staatsoper” di Vienna, e poi altri suoi due allievi: Marco Ferri, primo violino dell’orchestra del Teatro Comunale di Bologna, il cui virtuosismo gli è valso le lodi dei “Wiener Philharmoniker”, in particolare del violinista Peter Wächter, ed Enrico Ferri, violoncellista dell’orchestra del Teatro “La Fenice” di Venezia. E poi ancora Alessandra Fogliani, pianista con la quale ho avuto il piacere di suonare a quattro mani, e gli attori Marina Stanger e Zoran Josić, il cui trasformismo, sorretto da ricchi costumi evocativi del periodo 1870-1920, ha conferito un volto ai numerosi personaggi storici citati nel corso della serata.

La proiezione dei pannelli è stata coordinata dall’architetto Enrica Morini, coinvolta peraltro anche dal punto di vista scenico»

Come si è svolta la serata? «Il programma è costituito da tre parti strettamente interconnesse. Concerto, sketches di carattere ludico e letture di aneddoti e fatti storici, sorrette dalla proiezione di materiale iconografico risalente al periodo 1880-1941. È un misto inedito di musica, teatro, danza e storia, allietato dall’umorismo, con annesso un buffet originale in stile Art Nouveau. Dietro a tutto questo c’è un enorme lavoro di preparazione. Far ridere, come già scrisse Chopin, è cosa seria».

Che tipo di materiale è stato utilizzato?
«Cartine, fotografie, ritratti e cartoline d’epoca, scorci di panorama e di vita quotidiana, gentilmente forniti da collezionisti privati, dall’Archivio di Stato e dal Museo di Marineria e di Storia del Litorale croato di Fiume».

Mi hai parlato anche di un buffet particolare…
«Per il buffet, gli ungheresi, oltre al vino, hanno offerto le loro tipiche pogácsa, mentre la pasticceria Dal “Cont Delicatesse” di Udine ha preparato dei mignons, piccoli dolci la cui ricetta proviene dal “Codex Laurianensis”, una raccolta di oltre 1.600 ricette stilata 130 anni fa sulla riviera di Abbazia in croato, italiano, tedesco e francese. Poi, il Maraschino, storico liquore della Dalmazia, e il caffè, preparato per l’occasione dal collezionista Lucio Del Piccolo con macchine antiche risalenti al 1870-1940».

Cosa ti ha spinto ad elaborare una iniziativa così articolata? «L’obiettivo, sin dagli esordi, è stato quello di promuovere il dialogo e favorire un incontro tra gli Stati europei. In un momento di forte crisi identitaria, sollecitata da sfide politico-sociali di non facile gestione, è importante ricordare, come ha sottolineato il direttore dell’ufficio del Parlamento europeo in Baviera, Tobias Winkler, che possiamo restare uniti soltanto ricordandoci della nostra diversità. Questo lo insegna bene la musica: una lingua universale, comprensibile a tutti, ma ricca e coinvolgente nelle sue forme espressive solo in virtù della varietà di interpreti, strumenti, timbri e generi attraverso i quali si esprime». Annoto con un certo orgoglio le parole di Marlene, che condivido appieno.

Progetti futuri?
«Lo sa bene, Maestro! Noi siamo diventati musicisti qui a Modena e poter ricreare l’ambiente della corte estense, come abbiamo fatto con quello asburgico a Vienna, sarebbe il coronamento di un sogno».

Massimo Carpegna

 


Massimo Carpegna
Massimo Carpegna

Visiting Professor London Performing Academy of Music di Londra. Docente di Formazione Corale e del master in Musica e Cinema presso Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli..   Continua >>



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