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Tremile imprese del terziario a rischio, nella sola provincia di Modena. Un numero su tutti, quello diffuso dalla Confcommercio di Modena per fornire un'idea della portata dell'impatto che la fase uno di chiusura ha portato sulle piccole e media imprese del terziario. Aziende che rischiano di non aprire senza adeguati sostegni alla ripartenza prevista per il prossimo lunedì 18 maggio. Allargata anche a quelle attività come bar e parrucchieri per i quali fino a ieri, era ancora valida l'apertura fissata al primo giugno.
'La partita ora si sposta sui protocolli, annunciati per questa settimana – afferma il Presidente Provinciale Confcommercio Tommaso Leone - ed i cui contenuti sono il presupposto imprescindibile per dare continuità aziendale alle nostre imprese: speriamo siano messe in campo regole tali da non rendere antieconomica la riapertura, come quelle che sono circolate in questi giorni sui ristoranti relative alla distanza di 4 metri tra un tavolo e l'altro e che le nostre proposte ragionevoli sottoposte al Governo vengano accolte completamente'.
'Una analisi del nostro centro studi nazionale ha stimato che sono quasi 270 mila le imprese del commercio e dei servizi che rischiano la chiusura definitiva se le condizioni economiche non dovessero migliorare rapidamente, con una riapertura piena ad ottobre.
L'analisi del centro studi evidenzia dunque che su un totale di oltre 2,7 milioni di imprese del commercio al dettaglio non alimentare, dell'ingrosso e dei servizi, quasi il 10% è soggetto ad una potenziale chiusura definitiva: in assoluto, le perdite più consistenti si registrerebbero tra le professioni (-49 mila attività) e la ristorazione (-45 mila imprese). Per quanto riguarda la dimensione aziendale, il segmento più colpito sarebbe quello delle micro imprese – con 1 solo addetto e senza dipendenti – per le quali basterebbe solo una riduzione del 10% dei ricavi per determinarne la cessazione dell’attività.
'L'augurio – conclude Leone – è che prevalga la ragionevolezza sui protocolli per imprese che comunque sono già attrezzate e che il decreto in arrivo contenga misure di vero sostegno al mondo delle imprese: moratorie vere su tasse e adempimenti, sgravi su utenze, indennizzi a fondo perduto e non elemosine come quelle dei precedenti decreti'.
Pur soddisfatto della notizia delle aperture del 18 maggio, punta il dito sull'assenza di regole e sostegni chiari sulla ripartenza il Presidente Provinciale di Confesercenti Mauro Rossi: 'Il nostro giudizio, da un primo esame delle misure previste dal cosiddetto DL Rilancio, infatti, non può che essere negativo: tanti crediti d'imposta ma pochissima liquidità. Per affitti e affittanze d'azienda le procedure appaiono complicate e i rimborsi decisamente insufficienti. Sugli ammortizzatori in area lavoro - che stante le enormi difficoltà sono utilizzati da oltre il 70% delle imprese associate - sono previste ulteriori burocrazie e vincoli decisamente assurdi. Nel concreto troppo pochi gli interventi a favore delle PMI, considerato che sia i provvedimenti in merito all'Irap che gli indennizzi a fondo perduto, proporzionali alle dimensioni aziendali, favoriscono prevalentemente le imprese più strutturate. Ed è scandalosa, anche a fronte degli assurdi ritardi nell'erogazione dei finanziamenti, la mancata proroga a fine anno delle imposte dirette IRES e IRPEF che, a saldo 2019 e in acconto 2020, rimangono previste in scadenza a giugno' sottolinea il Presidente Confesercenti Modena.
'Grande delusione infine per le misure previste per il Turismo, il settore economico che per primo ha sofferto l'impatto della pandemia e quello che, con tutta probabilità, si riprenderà per ultimo: pochissime risorse e un Tax Credit che, così strutturato, rischia di non essere affatto efficace. E' probabile che molte piccole imprese siano spazzate via dalle conseguenze economiche di questa emergenza e da provvedimenti inadeguati ad affrontarla' conclude Confesercenti Modena.