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'A Bologna sopralluogo al cantiere di Fico Eataly World, che sarà un enorme parco agroalimentare: su dieci ettari Fabbrica Italiana Contadina racchiuderà la meraviglia della biodiversità italiana. Entro pochi mesi l'inaugurazione'. Così ieri il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha dato conto sui social della sua visita al nuovo 'castello' che Oscar Farinetti sta costruendo a Bologna.
Infatti aprirà al pubblico (ed è notizia di oggi la data) il 15 novembre a Bologna il Fico Eataly World. Si tratta - a detta dei promotori - del 'più grande parco agroalimentare del mondo. Il Parco, ad ingresso gratuito, punta ad attrarre milioni di visitatori da tutto il mondo, racchiudendo l’eccellenza dell’enogastronomia italiana, dal campo alla forchetta. I lavori di allestimento sono in dirittura d’arrivo e nelle prossime settimane verranno ultimati per assicurare il taglio del nastro nella data prefissata'.
Tutto bene dunque con Bonaccini che suggella con la sua presenza la storica e nota amicizia personale che lega Matteo Renzi (mentore dello stesso presidente della Regione) e Oscar Farinetti. Eppure i conti di Farinetti ultimamente hanno subito duri contraccolpi.
A comporre il mosaico dell'impero del 62enne imprenditore piemontese è stato il Fatto Quotidiano poco più di un mese fa con un articolo a firma del modenese Stefano Feltri. La Eataly distribuzione fondata da Farinetti nel 2016 ha infatti perso 11 milioni di euro.
IL BILANCIO
'Il bilancio 2015 è stato così positivo soltanto grazie al fatto che Giuseppe Sala, quando guidava Expo prima di diventare sindaco di Milano, nel 2013 ha concesso a Eataly senza gara il servizio di ristorazione in due edifici dell’evento - si legge sul Fatto Quotidiano -.
Sala è stato indagato e archiviato perché non è stato riscontrato il “dolo intenzionale” di favorire Farinetti. Ma anche il giudice che ha disposto l’archiviazione ha riconosciuto che Eataly ha beneficiato di “condizioni economiche particolarmente vantaggiose” e “di maggior favore” rispetto a quelle applicate negli altri otto edifici con ristorazione. Gli altri dovevano pagare a Expo “il 12% di royalty sul volume d’affari”, mentre Eataly solo “il 5%” (il 6% se i ricavi andavano oltre 40 milioni)'.
'Ma nel 2016 Eataly, nonostante l’arrivo di Andrea Guerra, rallenta: 11 milioni di perdita per una azienda che a inizio 2016 aveva un patrimonio netto di 16,2 milioni. Quando le perdite abbattono il patrimonio netto di oltre un terzo, gli amministratori devono convocare una assemblea dei soci subito per trovare una soluzione. Per fortuna di Farinetti e Guerra c’erano pronti 10,8 milioni di utili portati a nuovo che arrivavano dal 2014 e che sono stati bruciati per compensare le perdite 2016. Un tesoretto che si può usare una volta sola. Che succede se il 2017 sarà un altro anno senza eventi straordinari come Expo e con lo stesso livello di ricavi? Tutto l’assetto finanziario di Eataly indica un approccio gestionale orientato come minimo alla prudenza. Anche per effetto del calo di fatturato, le disponibilità liquide crollano da 17,3 milioni di euro a 4,7. E Eataly mantiene i rapporti con gli istituti di credito al minimo: soltanto 9,9 milioni di euro ( 8,4 da rimborsare nel 2017). Eataly ha trovato una fonte di finanziamento più economica e meno problematica: rinviare i pagamenti ai fornitori. A fronte di 9,9 milioni da dare alle banche, il gruppo fondato da Farinetti deve ben 40,6 milioni di euro ai propri fornitori (l’anno prima erano ancora di più, 43,6). Tutti soldi da pagare entro l’anno - chiude Stefano Feltri - ma il debito intanto evita di contrarne altri più onerosi e fastidiosi con gli istituti di credito. Ci sono anche quasi sei milioni di debiti verso il fisco e l’Inps'.