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'La questione energetica ormai ha assunto i contorni della vera emergenza nazionale. Da diverse settimane assistiamo ad un costante aumento del prezzo nel mercato di riferimento per lo scambio del gas naturale dell’Europa continentale, tanto da superare la soglia di 300 euro/mwh, tendenza che si propone già da ottobre 2021, con un ulteriore recente e ingiustificata impennata dovuta all'aggressione russa verso l’Ucraina.
Le motivazioni di tale spropositato incremento che, rispetto allo stesso periodo del 2021 vede il prezzo del listino del gas naturale moltiplicato di dieci volte, sono sicuramente da attribuire ad un’azione speculativa internazionale.
A pagare il prezzo più salato della crisi energetica rischiano di essere in primo luogo i lavoratori e le loro famiglie. Nel nostro territorio sono numerose le aziende altamente energivore, in primo luogo l’industria ceramica, che vede oltre 15.000 addetti occupati diretti, che salgono a oltre 30.
000 se si considera l’indotto. Non possiamo permetterci che i lavoratori e le lavoratrici paghino la crisi energetica due volte'
E' la premessa con cui la segreteria provinciale della CGIL settore ceramico rinnova la richiesta di introdurre di una tassazione sugli extra-profitti.
'Dopo un ultimo anno caratterizzato da ricche commesse ed export che hanno superato i livelli pre pandemia, questo settore oggi vede i costi energetici lievitare al punto da produrre in perdita pur di mantenere fette di mercato: una situazione sicuramente insostenibile nel medio periodo, che mette a rischio i livelli occupazionali del distretto ceramico e, a cascata, dell’intera provincia'
In una nota Filctem Cgil Modena 'esprime forte preoccupazione per la crisi che si sta determinando, in particolare in questo settore, che già registra alcune aziende della provincia posticipare la ripresa produttiva dopo la tradizionale fermata estiva e diverse imprese che stanno avviando procedure di richiesta di esame congiunto per l’attivazione della Cassa integrazione ordinaria.
'La campagna elettorale e le mancate decisione a livello europeo sul tetto del prezzo del gas non possono giustificare l’attuale immobilismo, che rischia di paralizzare interi settori della manifattura italiana e, soprattutto, colpire direttamente la condizione materiale di migliaia di lavoratori e lavoratrici, già messi a dura prova da una dinamica inflattiva apparentemente fuori controllo.
Se non si agisce immediatamente, ad esempio rivedendo la tassazione sugli extra-profitti del settore energetico, il costo sociale dell’attuale crisi rischia di diventare pesantissimo per le famiglie: quest’ultimo aspetto richiama anche le imprese del territorio a un forte senso di responsabilità affinché non scarichino sui lavoratori e sulle lavoratrici il prezzo di questa situazione'
Redazione Pressa
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