Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Sono andati in pausa pranzo, ma non hanno potuto tornare al lavoro perchè, mentre mangiavano, l'azienda ha disattivato i loro badge. È accaduto ieri, stando a quanto denunciano Filt-Cgil e Flai-Cgil di Modena, a una quarantina di lavoratori in appalto della Castelfrigo di Castelnuovo Rangone. Si tratta, attacca il sindacato , di un 'allontanamento discriminatorio', in quanto deciso 'senza accordo sindacale, senza previsione di ammortizzatore sociale e senza garanzia di equa rotazione ed equa distribuzione dell'orario di lavoro'. Tra l'altro, tira dritto la Cgil, non si tratta di un episodio isolato: martedì, infatti, 'una ventina di lavoratori sono stati allontanati improvvisamente dalle linee durante l'orario di lavoro'. In entrambi i casi 'sono state fatte intervenire le Forze dell'ordine', fa sapere la Cgil, che parla senza mezzi termini di 'azioni unilaterali per allontanare lavoratori sgraditi, nonostante le numerose testimonianze sul lavoro straordinario per gli addetti rimasti nel sito'.
In particolare, Adriano Montorsi della Filt e Marco Bottura della Flai definiscono 'sconcertante' il fatto che, nonostante sia in corso 'una trattativa per salvare i posti di lavoro dei dipendenti delle cooperative in appalto alla Castelfrigo, l'azienda continui a mettere in atto azioni di questo tipo'. Per questo motivo, i due sindacalisti ritengono 'urgente e non piu' rinviabile la riapertura di un tavolo sul piano industriale della Castelfrigo', che chiarisca 'le prospettive di sviluppo della vertenza e di tutela dei lavoratori, ricercando tutte le soluzioni per tutelare l'occupazione e garantire il rispetto dei diritti minimi garantiti dalle leggi e dai contratti'.
RICORDIAMO A RIGUARDO LA POSIZIONE CHE PRESE DUE ANNI FA IL PD ATTRAVERO IL DEPUTATO MATTEO RICHETTI SULLA SITUAZIONE DEI LAVORATORI NEL COMPARTO CARNI
Proviamo a usare parole di chiarezza e fuori dal politichese. Il distretto delle carni è uno dei più importanti del modenese e dell’Emilia Romagna.
Da troppi mesi ormai si ripetono episodi di contestazione e “sciopero” (lo metto tra virgolette perchè lo sciopero prevede delle regole, cio’ che sta avvenendo le calpesta tutte) che arrivano ad impedire ai lavoratori che vogliono tranquillamente fare il loro lavoro, di farlo. In diverse aziende il copione è sempre lo stesso: pullman organizzati che portano persone da fuori che nulla hanno a che vedere con l’impresa e i suoi lavoratori. Iniziative non autorizzate e totalmente fuori dal contesto di relazioni sindacali di imprese e territorio. E se da un lato si è fatto di tutto per evitare scontri e uso della forza, dall’altro non si può continuare ad assistere a vere e proprie violenze personali su chi si vede costretto a perdere lavoro e retribuzione. Io lo dico con chiarezza: sto con le imprese e con il lavoro che creano. Sto con il sindacato che riconosce il valore del lavoro e lo tutela. Ma chi strumentalizza i lavoratori e li usa per riproporre scontri ideologici che fanno perdere occupazione ed energie va fermato. Arrivare e bloccare le aziende e i lavoratori è da giungla, non da Emilia Romagna. E non lasceremo solo chi con coraggio resiste a queste provocazioni.
Matteo Richetti
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>