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C'era anche il leader di Azione, Carlo Calenda, al presidio della Rsa Fiom Cgil indetto, insieme a 4 ore di sciopero, questa mattina davanti allo stabilimento Maserati in via Ciro Menotti in occasione della visita dell'ad di Stellantis Tavares.
'Mi sono presentato alla reception, ma Tavares ha detto di essere troppo impegnato per ricevermi, abbiamo capito che Tavares è un cafone e che è un arrogante che pensa che se ne può fregare. Non è una cosa seria - ha detto Calenda -. Maserati viene smontata, dopo essere stata rilanciata ed io c'ero, ci ho lavorato 5 anni. Questo è un problema di tutti i sindacati, i lavoratori e dei lavoratori. C'erano più di 5 miliardi per l'automotive, ma la Meloni li ha cancellati. Questa è una incuria generalizzata. Da parte mia ho chiesto formalmente un appuntamento all'Ad e mi ripresenterò qua finché non mi faranno entrare'.
Carlo Calenda è arrivato in mattinata al presidio Fiom ma allo scopo di incontrare direttamente Tavares: 'Gli ho detto che sarei arrivato anche in risposta ad un suo invito che mi fece tempo fa di venire a verificare personalmente lo stato dello stabilimento ed eccomi qua. C'è qualcosa che non va è una situazione assurda. Ma la situazione più grave dovrebbe riguardare Stellantis in relazione al crollo del mercato americano. La Maserati è un gioiello che abbiamo visto crescere e di cui sono stato protagonista dello sviluppo. Ho lavorato qui per cinque anni e ho seguito tutta la fase di rinascita che ha portato di nuovo allo sbocco anche nel mercato americano. Un crollo della produzione è un crollo delle vendite e soprattutto accompagnato a mancati investimenti fa presagire che ci sia l'intenzione di vendere'.
Poi il leader di Azione prosegue: 'In audizione in Parlamento avevo fatto notare a Tavares chiedendo spiegazioni sulla chiusura del centro di ricerca a Modena mi ha detto che non gli risultava e che se avessi voluto verificare potevo tranquillamente venire a visitare lo stabilimento. Ho colto l'occasione della sua presenza per incontrarlo e per verificare direttamente ma non c'è non mi è stata data la possibilità. È chiaro che Tavares è un cafone'.
In risposta ad una nostra domanda sulle ragioni che possono avere portato ad una produzione industriale che fino alla fine del 2023 prevedeva anche due ore alla settimana in più di lavoro ai dipendenti ad un gennaio con un crollo a doppia cifra della produzione, Carlo Calenda riconduce soprattutto al crollo del mercato americano e al costo delle auto del gruppo Stellantis troppo alto per il mercato stesso. 'Poi c'è il problema dell'elettrico che gli acquirenti non non vogliono ma che allo stesso tempo è imposto con una percentuale di un auto su 5. Una situazione ormai paradossale considerando anche che molti utilizzatori dell'auto elettrica sarebbero pronti a ripassare all'endotermico. Ora la situazione è aggravata dal fatto che sono stati tagliati i soldi dell'automotive e non utilizzati nemmeno 5 miliardi che Draghi aveva messo a disposizione. Se non ci saranno risposte anche dal governo avremo un 2025 che sarà il peggiore per il settore dell'automotive'.
Redazione Pressa
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