Il quadro del settore
Il 2025 si chiude con un moderato incremento per l’industria italiana delle piastrelle di ceramica. Secondo il preconsuntivo elaborato da Prometeia, le vendite raggiungono i 386 milioni di metri quadrati (+2% rispetto al 2024), trainate dalle esportazioni (oltre 300 milioni di mq, +2,4%) e da una sostanziale stabilità del mercato domestico (85 milioni di mq, +0,8%). La produzione segna un recupero del +5%, con segnali positivi in Europa Orientale e Medio Oriente.Dietro ai numeri, però, si nascondono criticità strutturali. Il sistema ETS, che regola le emissioni di CO₂, continua a drenare risorse essenziali agli investimenti. Negli ultimi dieci anni il comparto ha investito oltre 4,3 miliardi nella transizione energetica, ma si trova a sostenere costi crescenti: 130 milioni di euro l’anno tra il 2021 e il 2025, destinati a salire a 180 milioni nel prossimo quinquennio e oltre 225 milioni dal 2031. Una pressione che rischia di ridurre margini, frenare investimenti e favorire delocalizzazioni, mentre la concorrenza internazionale spesso opera senza vincoli ambientali o sociali.
Da qui la richiesta di interventi mirati: inserire la ceramica nel CBAM con adeguate tutele, rinviare la riduzione delle quote gratuite ETS, estendere le compensazioni ai costi indiretti anche per l’energia autoprodotta, semplificare le regole per le PMI e correggere il meccanismo dei “Worst Performers”.
Sul fronte del BREF Ceramico, documento europeo che definirà le migliori tecniche disponibili, si registrano invece progressi. La bozza pubblicata a novembre dalla Commissione UE ha riportato diversi limiti emissivi a parametri tecnicamente sostenibili, aprendo la strada a un approccio integrato alla riduzione delle emissioni. Il confronto finale è atteso a Siviglia a febbraio, con l’obiettivo di garantire semplificazione degli adempimenti e tutela ambientale.
Il presidente di Confindustria Ceramica ha ricordato i tre momenti chiave dell’anno: il convegno di maggio sul tema energia, il Tavolo Settoriale di novembre con Regione e sindacati, e la
Infrastrutture e futuro del distretto
Accanto alle questioni energetiche e normative, resta aperto il tema delle infrastrutture. La Campogalliano-Sassuolo, dichiarata di pubblica utilità e affidata a un concessionario, è considerata imprescindibile per il distretto. “Ci sono tutte le condizioni perché l’opera venga realizzata – ribadiscono gli industriali – e il territorio non può più attendere”.Il nodo riguarda anche il raddoppio della Pedemontana, nel tratto tra il ponte sul Secchia e via Radici in Piano, da completare in tempi coerenti con l’allaccio della nuova arteria. Le istituzioni locali sono chiamate a verificare soluzioni condivise con ministero e concessionario, per garantire un’infrastruttura che rappresenta non solo un’opera viaria, ma un tassello strategico per la competitività del distretto ceramico.

