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Sono 27.681, il 6,9 per cento delle imprese regionali, la presenza più ridotta tra le regioni italiane, con una flessione del 3,9 per cento, pari alla perdita di 1.125 imprese in un anno. A determinare la tendenza sono le costruzioni (-681 unità) e il commercio (-404 imprese). L’unico contributo positivo continua a giungere dall’agricoltura e dalla pesca (+101 unità, +4,8 per cento). La tendenza si traduce in una caduta delle ditte individuali (-1.060 unità).
In Emilia-Romagna, da tempo l’andamento della base imprenditoriale regionale giovanile appare peggiore rispetto a quello nazionale. Un dato che va però contestualizzato in rapporto al basso tasso di disoccupazione. In poche parole, laddove il mercato del lavoro, in Emilia-Romagna appunto è complessivamente positivo, meno si assiste al ricorso a forme di autoimprenditorialità.
Si spiega quindi anche così il fatto che, come emerge dai dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.
a marzo 2018 le imprese attive giovanili siano risultate 27.681, pari a solo il 6,9 per cento delle imprese regionali, la quota più bassa tra le regioni italiane. In un anno la perdita è di 1.125 imprese (-3,9 per cento), mentre le altre imprese sono diminuite solo dello 0,4 per cento.
A livello nazionale le imprese giovanili scendono a quota 464.467 (-2,9 per cento), pari al 9,1 per cento del totale, mentre le altre imprese confermano la tendenza positiva e segnano un lieve aumento (+0,4 per cento).
Le imprese giovanili peraltro diminuiscono in tutte le regioni. Di più in Toscana (-5,4 per cento), Sardegna e Friuli-Venezia Giulia. Nelle regioni di riferimento rispetto all’Emilia-Romagna, l’andamento delle imprese giovanili è meno pesante: in Lombardia -2,9 per cento, Piemonte -3,2 per cento e Veneto -3,7 per cento.
Attività economica; La crisi dei settori produttivi tradizionali ha colpito particolarmente le imprese giovanili.
Crollo per le costruzioni (--681 unità, -11,1 per cento), l’andamento negativo nei servizi è più marcato nel commercio (-404 imprese, -5,4 per cento), mente è lieve nell’aggregato degli altri servizi (-69 imprese, -0,6 per cento). La perdita nell’industria è in linea con la media (-72 unità, -3,4 per cento). Contrariamente alla tendenza prevalente tra le altre imprese, crescono solo le imprese giovanili attive nell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+101 imprese, +4,8 per cento), per un terzo grazie allo sviluppo della pesca e acquacoltura.
La forma giuridica: La riduzione è da attribuire alla flessione molto ampia delle ditte individuali (-1.060 unità, pari a -4,8 per cento). La caduta molto più rapida delle società di persone (-11,1 per cento, pari a 229 unità) dipende dall’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata, che sostiene la forte crescita delle società di capitale (+207 unità, +5,2 per cento).