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'Abbiamo appreso che il nuovo progetto industriale sarà molto diverso rispetto a quello preannunciato nei mesi scorsi. Alcune attività, che la Cooperativa definisce più impattanti, non troveranno collocazione nel nuovo sito. Contestualmente, anche l'assessore Bosi ha ribadito che siamo di fronte ad una fase nuova, e che in base al nuovo progetto si dovranno fare nuove valutazioni logistiche, ambientali' - a parlare sulla svolta nella delocalizzazione delle Fonderie Cooperative è la Fiom Cgil di Modena.
'Il presidente della Cooperativa, Moretti, ha rimarcato che le Fonderie anche per la loro storia rimangono un sito fondamentale per Modena, il nuovo progetto avrà come direzione di marcia il mantenimento dell'occupazione e la continuità produttiva necessaria per mantenere i clienti ubicati a livello globale. Riconosce però che dovrà cambiare anche il tipo di occupazione che dovrà essere più professionalizzata e pronta ad affrontare le sfide dell'economia globale, non negando ?alcuni? esuberi - continua la Cgil -.
Come CGIL e FIOM-CGIL esprimiamo la nostra forte preoccupazione. Quali attività, chiediamo, si prevede rimarranno a Modena? Come verrà garantita l?'occupazione degli attuali 115 lavoratori e lavoratrici, visto che già in termini previsionali si parla di alcuni esuberi? Come sarà garantita la futura capacità occupazionale del sito produttivo? Siamo consapevoli che l'impatto ambientale è tema delicato e complesso, e per questo chiediamo alla proprietà di mettere in campo tutti gli strumenti che possano tutelare la salute dei cittadini. Ma contestualmente prendiamo atto con preoccupazione delle comunicazioni di ieri: una parte della attività produttiva di questa impresa non sarà più a Modena, portando ad un ulteriore impoverimento delle capacità produttive del territorio. Non possiamo che essere allarmati dalle ovvie conseguenze, non solo sul numero degli occupati, ma anche rispetto alle caratteristiche professionali che in quel sito pare verranno richieste. Abbiamo quindi richiesto alla Cooperativa di incontrarci al più presto, anticipando la completa realizzazione del piano industriale che non potrà, riteniamo, prescindere oltre che dalla tutela ambientale anche dalla salvaguardia dell?'occupazione'.
Redazione Pressa
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