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'Il potere di una 'e' rovesciata. Sono assolutamente consapevole che vi sono diversi gradi di difficoltà in questo momento da governare. Questo non viene messo in discussione da un 'e' rovesciata ma non possiamo rinunciare a stimolare la nostra Comunità quantomeno alla riflessione su questi temi'. Così il sindaco di Castelfranco Gianni Gargano insiste, forte del consenso ottenuto su diversi media nazionali, sul tema del cambio di vocabolario dato dalla introduzione di un fonema neutro.
'In questo caso la provocazione passa attraverso una semplice 'e' rovesciata, un simbolo... a questo punto mi viene da dire potentissimo. Abbiamo pubblicato un post sui social, utilizzando questo segno 'neutro' in cui semplicemente si desidera richiamare l'attenzione verso il rispetto al 'diverso' in tutte le declinazioni possibili.
Di quanto ve ne sia il bisogno di questa 'neutralità', di questa attenzione e cura lo evidenziano i diversi commenti che ne sono scaturiti facendo diventare un richiamo d'attenzione una sorta di dichiarazione di guerra verso qualcosa o qualcuno - continua Gargano -. Lo schwa 'ə' è e vuole essere un simbolo sta lì a ricordarci il valore del rispetto e della gentilezza'.
Giovanni Gargano è uno dei pochi sindaci della provincia di Modena capace di azioni coraggiose e controcorrente, spesso simboliche, come la famosa e stupenda piazza piena di panchine colorate a richiamare l'arcobaleno. E' un sindaco capace di sorridere davanti alla sfortuna e capace di guardare oltre la politica.
Tutto questo, però, non rende immuni dal promuovere iniziative che sfiorano il demenziale. E la vicenda della 'e' rovesciata lo dimostra.
Stia tranquillo, il sindaco, la schwa non è una dichiarazione di guerra contro nessuno, ci mancherebbe, e in questo senso gli interventi scandalizzati delle opposizioni sono parimenti inopportuni. E' semplicemente una idea tra il carnevalesco e il surreale. E che un Comune si faccia carico di essere portavoce di tale castroneria (con buona pace della sociolinguista Vera Gheno) finisce per togliere credibilità alla istituzione stessa.
La battaglia per la parità di genere, per la difesa delle minoranze, per la lotta alle disuguaglianze, è seria e profonda. E' una lotta che passa dalla vera capacità di ascolto delle voci dissonanti, delle minoranze culturali, dei ribelli. Che impone il non marginalizzare il pensiero critico e che obbliga al riconoscimento di pari diritti di cittadinanza a tutti. Una sfida alla quale si unisce la battaglia di genere (stante che le donne non sono certo una minoranza 'diversa' ed etichettarle come tale è offensivo), in una società, l'Italia, dove a dispetto delle quote rosa e delle varie assessora, sindaca e consigliera, le donne continuano a dover fare i conti con enormi barriere rispetto alla gestione del potere. Quello vero. Temi che non hanno nulla di 'neutro' e nulla di 'gentile'.
Allora vantarsi di avere aperto un dibattito tanto frivolo quanto stucchevole su una desinenza inventata a tavolino, una sorta di utopica grammatica esperanto, non solo è inutile ma toglie peso a quelle battaglie. Battaglie che non hanno bisogno di elemosine culturali e di strizzate d'occhio compiacenti, non implicano patetiche gare di buonismo, ma esigono una profonda revisione strutturale del modello di società. Proporre la 'e' rovesciata non significa fare la propria piccola parte, ma semplicemente significa offrire la scusa a se stessi e agli altri per sentirsi migliori continuando a essere quelli di sempre, addirittura beandosi della pubblicità ottenuta e etichettando come insensibili coloro che semplicemente sottolineano una ovvietà. Eccolo qui il potere dei più buoni, per citare Gaber... Che un domani può venir buono per le elezioni.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>