a pochi giorni dalla commemorazione del 29 maggio, giorno del terremoto che ha colpito Mirandola e il suo territorio, trovo stupefacente, e quasi infantile, che non troviate di meglio che denunciare una lettera anonima giunta in Comune e lanciarla alle opposizioni. Ero il dirigente scolastico del Luosi-Pico nel 2012: tenevamo in piedi una scuola senza avere spazi, muri e laboratori, vivevo in una città sgomenta ma dove esisteva fiducia reciproca, concretezza, riconoscenza e comuni sentimenti di solidarietà.
Mai avrei immaginato che dopo 13 anni arrivassimo al totale smarrimento di valori e di lealtà, soprattutto in quel luogo strategico, per il presente e per il futuro, che è la politica. Abbiamo alle spalle una campagna elettorale dove il Centro destra, cioè voi, ha sistematicamente violato le norme elettorali della par condicio che prevede l’obbligo dei candidati, i 30 giorni precedenti il voto, di astenersi da qualunque attività politica pubblica.
Ve ne siete fregati!
L’autorità di vigilanza AGCOM vi ha segnalati e la segnalazione compare, come macchia indelebile di slealtà, sul sito del Comune.
In Consiglio Comunale ho chiesto spiegazioni delle indagini che Polizia, Carabinieri e chi altro non so, avrebbero fatto su questa lettera anonima che è arrivata fra il primo turno di voto e il turno di ballottaggio. E nella interrogazione ho citato la frase “cui prodest” di Seneca, cioè quando accade un fatto coperto da anonimato occorre sempre chiedersi a chi giova!
Chi sa un po’ di microstoria sa che è ancora valido. Può darsi che vi sia qualche idiota che pensa di esprimersi con lettere anonime e minacciose. Mi è capitato di riceverne per 3 volte quanto svolgevo un lavoro di responsabilità pubblica, e il problema l’ho risolto cestinandole.
Se è una cosa seria sulla quale chi 'di dovere' deve fare indagini e proteggere chi 'si deve', farne denuncia social non serve e non aiuta le indagini, e se invece fosse qualche balordo, ignorarle è sempre la strada migliore, piuttosto che renderlo protagonista.