Un uomo in evidente stato di alterazione psico-fisica, ubriaco e insanguinato, si è presentato alla porta del laboratorio dopo essersi allontanato dal Pronto Soccorso senza alcuna dimissione. Il paziente ha avuto accesso alla palazzina del laboratorio – fisicamente distaccata dal presidio ospedaliero principale – mentre la dipendente stava svolgendo le proprie mansioni in completa solitudine.‘Constatata la pericolosità della situazione, la lavoratrice ha prontamente chiuso l’accesso e richiesto aiuto al Pronto Soccorso, come da procedura interna. Tuttavia, la risposta è arrivata solo dopo alcuni minuti di attesa telefonica e con indicazioni completamente difformi dalle disposizioni aziendali: è stato infatti suggerito alla dipendente di chiamare autonomamente il 118, invece di attivare il protocollo di emergenza interno - spiega la Uil -. Nel frattempo, in stato di agitazione e comprensibile paura, la dipendente ha avvisato il proprio padre, che ha dovuto contattare i carabinieri per garantire l’intervento delle forze dell’ordine. L’AVAP, allertata per il soccorso, una volta giunta sul posto e non avendo trovato il paziente presente nel laboratorio, ha abbandonato la struttura nonostante le reiterate richieste della lavoratrice di non essere lasciata sola.
Ospedale di Pavullo, dipendente affronta uomo ubriaco e insanguinato da sola in piena notte

La donna ha avvisato il proprio padre, che ha dovuto contattare i carabinieri
Un uomo in evidente stato di alterazione psico-fisica, ubriaco e insanguinato, si è presentato alla porta del laboratorio dopo essersi allontanato dal Pronto Soccorso senza alcuna dimissione. Il paziente ha avuto accesso alla palazzina del laboratorio – fisicamente distaccata dal presidio ospedaliero principale – mentre la dipendente stava svolgendo le proprie mansioni in completa solitudine.‘Constatata la pericolosità della situazione, la lavoratrice ha prontamente chiuso l’accesso e richiesto aiuto al Pronto Soccorso, come da procedura interna. Tuttavia, la risposta è arrivata solo dopo alcuni minuti di attesa telefonica e con indicazioni completamente difformi dalle disposizioni aziendali: è stato infatti suggerito alla dipendente di chiamare autonomamente il 118, invece di attivare il protocollo di emergenza interno - spiega la Uil -. Nel frattempo, in stato di agitazione e comprensibile paura, la dipendente ha avvisato il proprio padre, che ha dovuto contattare i carabinieri per garantire l’intervento delle forze dell’ordine. L’AVAP, allertata per il soccorso, una volta giunta sul posto e non avendo trovato il paziente presente nel laboratorio, ha abbandonato la struttura nonostante le reiterate richieste della lavoratrice di non essere lasciata sola.
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