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Ospedali di Mirandola e Carpi, la Cisl lancia allarme: 'Affondiamo tra politica e propaganda'

Ospedali di Mirandola e Carpi, la Cisl lancia allarme: 'Affondiamo tra politica e propaganda'

'A Mirandola mancano 21 infermieri e tre oss in pronto soccorso, per risparmiare 1.2 milioni di euro. A Carpi si fanno i miracoli tra infiltrazioni e muffa'


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'La gestione dei servizi sanitari nei distretti di Mirandola e Carpi è fuori controllo: ogni settimana scelte non condivise e nuovi servizi aprono senza personale. Questa non è programmazione sanitaria: è propaganda'. Lo denuncia Gennaro Ferrara, leader di Cisl Fp Emilia Centrale, parlando di una 'gestione confusa che mette a rischio l’assistenza. Per fermare questo scempio chiediamo assunzioni immediate, non straordinari mascherati; un ripensamento urgente della governance dei distretti, a partire da Mirandola; la pubblicazione immediata dei bandi per gli incarichi già deliberati ma fermi'.

'A Mirandola, per mancanza di infermieri, sono state annullate colonscopie cup programmate, sono stati chiusi la pediatria notturna e la Centrale di sterilizzazione, senza confronto con i sindacati. Il motivo? Mancano 21 infermieri e tre oss in pronto soccorso, per risparmiare 1.2 milioni di euro sul personale in questo territorio. Il 15 novembre sono andate in pensione due infermiere, senza che l’Azienda assumesse nuove figure o formasse rimpiazzi. Lo stesso giorno è scattato il trasferimento a Carpi del servizio di sterilizzazione dei materiali per gli interventi chirurgici, per locali non più a norma - spiega la Cisl -. A Carpi il personale fa i miracoli per tenere in piedi la sterilizzazione.
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Nel vecchio ospedale “Ramazzini” i professionisti sono pochi, sepolti dagli straordinari e sanno che non possono fermarsi, dato che Carpi serve anche Mirandola. Intanto nella struttura ci sono infiltrazioni d’acqua che colano, da mesi, sulle autoclavi, la muffa e macchinari obsoleti. “Una vergogna modenese che dovrebbe fare il giro d’Italia”, sottolinea Ferrara. Anche stamane, 8 dicembre, il personale sta lavando a mano i ferri della sala chirurgica (perché la macchina automatica non funziona), con il rischio di residui organici ed ematici sull’attrezzatura. Incredibile. In endoscopia fa impressione il livello di residui organici (bile, sangue, ecc.) presenti sotto ad uno dei lavandini per il lavaggio degli strumenti.


'Nel distretto di Mirandola è in corso una gestione folle. La direttrice del distretto, Annamaria Ferraresi, è concentrata su aperture di servizi senza il personale necessario, pensate per piacere alla politica e alla propaganda. Il risultato è devastante: a dicembre sono programmati 64 turni di lavoro, tutti completamente scoperti' - evidenzia Ferrara -. Per il sindacato è facile prevederlo: nei prossimi 2-3 mesi esploderà il problema della sala operatoria, che dovrebbe avere 23 professionisti e invece viaggia con 18, destinati a scendere a 13 il prossimo marzo per pensionamenti e mobilità. Tradotto: meno interventi e allungamento delle liste d’attesa.
E l’Azienda Usl? Non ha formato né assunto alcuno per sostituire il personale mancante, sapendo che uno strumentista assunto oggi ha bisogno di almeno nove mesi di affiancamento per essere operativo'.

E se a Mirandola la situazione è grave, a Carpi Cisl Fp parla di caos completo: 'Il più grande ospedale della provincia è affidato non più a un dirigente stabile sul territorio, ma a un funzionario con doppio incarico. Una scelta assurda, perché nessuno può reggere due compiti di questa portata, soprattutto in una realtà già messa alla prova da carenze croniche e da un distretto in crescente difficoltà'.


Infine Cisl Fp evidenzia un problema ancora più grave: gli ospedali di comunità di Carpi e Castelfranco (Osco) dovrebbero gestire pazienti stabilizzati e a bassa intensità clinica, come stabilisce il decreto 77. E invece, alla faccia delle norme, arrivano pazienti da lungodegenza complessa, totalmente fuori standard. 'Il personale è stremato – attacca Ferrara –, non ha risorse per gestire pazienti di questo tipo e vede Ausl andare a braccetto con la politica, continuando ad aprire servizi, come la sub intensiva, senza personale né assunzioni straordinarie. La sanità modenese non può più essere governata con annunci, aperture improvvisate e decisioni scollegate dalla realtà.
Servono responsabilità e programmazione. Ausl parli meno con la politica e si sieda al tavolo con i sindacati medici e del comparto'.

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