Unità anche nelle valutazioni e nelle ragioni dalle quali derivano le singole decisioni degli Stati: per l'Inghilterra e la Francia si sostiene l'Ucraina perché la pace arriverà solo con la sconfitta della Russia; per l'Italia, secondo quanto dichiarato dalla Meloni al suo arrivo a Bruxelles, aiutiamo l'Ucraina affinché le forze in campo siano sempre equilibrate e la Russia decida di ritirarsi non sconfitta per i costi troppo elevati di questa guerra; per la Germania... le parole di Scholz sembrano quelle di chi, spronato dalla moglie, va a teatro quando avrebbe preferito essere allo stadio.
E la Russia cosa farà? Finché l'Ucraina sarà sotto lo zero (in questo momento Kiev è a meno 1 e arriverà a meno 8 al tramonto) e con soldati che stanno arrivando a numeri minimi (il parlamento ucraino ha abbassato l'età di arruolamento a 16 anni, sta discutendo per i 15 e ha tolto il visto d'ingresso agli stranieri che
La vera domanda, quindi, non è quella di quale armi dare oggi a Zelensky, ma di cosa faremo quando sarà chiaro che l'Ucraina si troverà a un passo dalla sconfitta. Ubbidiremo agli Stati Uniti, all'Inghilterra che sicuramente vorranno entrare ufficialmente contro la Russia e scatenare la Terza Guerra Mondiale? Cinquanta Stati contro uno accetteranno d’aver perso soldi, armi e la faccia? Quello con “l’esercito più potente al mondo” e quello con “l’agente segreto indistruttibile” saranno disposti alla sconfitta da parte di un tizio, Putin, dipinto come un macellaio (Biden) un bulletto da paese che bisognava rimettere in riga (come l’ha definito il giornalista Edward Luttwak), a capo di una nazione retrograda e con un Pil inferiore al solo Texas? Assolutamente no ed è per questo che la questione non è se scoppierà la guerra, ma quando.
Mosca sa benissimo di non poter sostenere economicamente e militarmente un conflitto che si protragga nel tempo, come spera l'Occidente, e quindi è presumibile che tenterà il tutto per tutto nei prossimi due mesi, prima che Kiev
Massimo Carpegna