Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Filippo Neri, proclamato Santo da Papa Gregorio XV nel 1622, é anche noto come 'il Santo Burlone', in ragione del suo carattere estremamente allegro, ma anche, e soprattutto, perché, per una buona parte del XVI secolo si occupò 'allegramente' di tenti ragazzi, indistintamente femmine e maschi, che lui stesso definiva 'ragazzi di strada'. Ovviamente, data la fede e la sua missione di evangelizzatore, si impegnò a curare la loro educazione spirituale ... ma non più di tanto, mentre dai pedagogisti è ricordato tuttora per essere stato un attivo promotore del gioco, del canto, della recitazione etc. come strumenti e metodi educativi finalizzati a facilitare la positiva crescita dei suoi 'monelli'. Un antesignano delle Artiterapie.
Ci sarà senz'altro chi ne ricorda l'interpretazione di Dorelli nel film di Luigi Magni, dal titolo che ne riprendeva lo stile: 'state buoni .
.
.
.
se potete' con quel fantastico 'se potete' che si ricorda che dicesse spesso. Si ricorda anche che amasse molto scherzare e giocare lui stesso coi suoi ragazzi. Un burlone, insomma, conscio di esserlo.
Ma, per quanto amante ed avvezzo al gioco che fosse, mi immagino che se gli toccasse, oggi, di osservare ciò che sta succedendo alla Fondazione modenese che reca il suo nome ... beh ... mi immagino che avrebbe ben pochi motivi per rallegrarsi e non gli verrebbe certo la voglia di mettersi a giocare al gioco che troppi stanno cercando di giocare. Quel gioco, per dirla in breve, che diversi interventi (più o meno pubblici) stanno cercando di far passare per un conflitto caratteriale (fra un presidente ed un direttore) ciò che é, invece, la denuncia (non giuridica, almeno per ora) di una situazione gestionale 'confusa e disordinata', resa nota con una lettera di dimissioni.
Anche se non lo conoscessi personalmente (Tesauro é stato 'anche' mio Assessore) e se la mia valutazione dovesse esclusivamente tener conto della fiducia che gli é stata attribuita con l'affidamento della nomina... ma ancor più poiché lo conosco, l'ho visto in azione, ne ho constatata la determinazione (vedi quando si é opposto all'intera Giunta sullo sgombero militarizzato degli autonomi a Marzaglia) e l'ho anche osservato arrabbiarsi (poco, in realtà)... l'ipotesi che abbia maturato la decisione di dimettersi, perdipiù rinunciando ad uno dei 'sogni' che da sempre si porta dietro (la casa dei giovani)... che lo abbia fatti perché non andava d'accordo con Cavani (nella foto), ha la stessa credibilità di un'affermazione che assicurasse che io potrei diventare il prossimo Papa (ndr. ho voluto scherzare restando in tema).
Non escludo affatto, certo, che fra le due persone (e cariche) ci possano essere state delle relazioni 'movimentate', come non escludo che ci possano essere state 'visioni' prospettiche differenti sul futuro della Fondazione che, con responsabilità differenti, avevano in gestione. Ma supporre il lancio della spugna da parte di Tesauro per un tale tipo di problematicità é uno scherzo che sarebbe inaccettabile anche per il nostro Santo Burlone.
Perché allora? Tesauro, in realtà, le sue ragioni le ha già messe per iscritto. Io, fossi in lui le ribadirei ... urlandole. Ma forse fa meglio lui a non farlo: del resto, le sue parole sono chiare.
Nessun altro, di chi ne sa di più, ha detto niente. Nulla il presidente Muzzarelli. Nulla l'assessore regionale, che si é limitato a promettere un approfondimento con il nuovo CDA. Nulla neppure quella maggioranza che ha voluto, indicato, facilitato, proposto etc. o 'nominato' entrambi.
Nel mentre, come si diceva, c'é qualcuno che, col chiaro scopo di giocare al ribasso, prova a convincerci che si tratta solo e soltanto di 'una coppia che scoppia'... credendo così di aver risolto brillantemente la querelle (nella quale, ricordiamolo, 'giocano' milioncini di euro) ed evidentemente dimenticando che Carnevale é ancora lontano.
Giovanni Finali