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Il poster di Vasco in tutte le case dei modenesi

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Ma chi può dire, senza mentire, che non avrebbe preferito sentirsi dire da chi amministra la vita della nostra Comunità che altri risultati erano stati raggiunti, altre promesse elettorali erano state mantenute. A partire del progetto S.Agostino, che è senza dubbio il più significativo progetto culturale cittadino da molti anni in qua e che, se non avesse dovuto riscontrare l'ostinazione, l'accanimento e l'insistenza nel ritenere unico ed immodificabile un discutibile progetto immobiliare iniziale, con molte probabilità potrebbe vedere già oggi molte gru in opera


Il poster di Vasco in tutte le case dei modenesi
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Come tutte le situazioni complesse, anche l’evento del 1 luglio ha mostrato diverse facce della stessa medaglia ed ha indotto a parecchie considerazioni. Io mi sono messo in testa l’ambizioso impegno di provare condensare in un unica soluzione diversi spunti e certo non tutti sui quali ho accentrato la mia attenzione nei giorni scorsi pur non sapendo che esito ne otterrò.

A ormai due settimane dalla serata che, come ha detto il nostro sindaco in Consiglio comunale lo scorso giovedì, “ha reso Modena la capitale mondiale del Rock, per un evento unico ed irripetibile” (ed io  spero che di quest’ultimo aggettivo ci si ricordi a tempo debito)  adesso, e si potrebbe dire finalmente, si stanno spegnendo le ultime polemiche, almeno quelle più più aspre e più pregiudiziali, che hanno visto succedersi ed inseguirsi i due schieramenti: i ‘favorevoli’ ed i ‘contrari’, lasciando ben poco spazio ai meno allineati ‘dubbiosi e perplessi’, più che altro preoccupati delle possibili conseguenze che sarebbero derivate alla Città a causa di un assembramento di tali proporzioni.

Quest’ultimi, fra i quali mi ero inserito ed inquadrato anch’io, adesso devono starsene zitti-zitti (su questo punto) e riconoscere, dovendo essere ben lieti di farlo, che si erano sonoramente sbagliati: non sono fisicamente a Modena e non l’ho visto di persona, ma mi dicono che il Parco Ferrari non ha subito danni irreparabili, sia alla flora che alla fauna e che, a fronte di qualche ulteriore intervento, potrà essere restituito presto alla sua vocazione naturale di verde pubblico.

Insomma, citando ancora il Sindaco … “l’erba ricrescerà”.

La stessa cosa mi dicono della Città nel suo complesso, e su questi aspetti é doveroso chiuderla qui.

D’altra parte, anche l’organizzazione ha dimostrato di avere predisposto adeguatamente tutti i servizi necessari: favoriti da un clima ambientale tornato a temperature accettabili proprio in tempo per il concerto, i servizi sanitari di pronto intervento non hanno, fortunatamente, avuto troppo da fare, così come tutti gli altri ed hanno superato in efficacia ed efficienza tutte le aspettative.

Nulla da dire: chapeau a chi ha saputo predisporre ed organizzare tutto ciò, che, mi permetto d’aggiungere, forse è stato facilitato anche perché chi di dovere può darsi si sia lasciato catturare  dal clima di ‘preoccupazione’ che aleggiava in Città, nonostante i tanti dinieghi tranquillizzanti. Clima che con ogni probabilità può aver contribuito a non sottovalutare alcunché, creando condizioni di pronta risposta ad ogni possibile emergenza, con certezza e prontezza.

Giustamente il sindaco si é sentito in dovere di condividere questo merito con l’ampia platea dei responsabili “diretti” dei vari aspetti: le forze dell’ordine, gli operatori sanitari, il Questore ed il Prefetto, con le direzioni sanitarie e sociali, coi volontari e la Protezione Civile, Vigili del Fuoco etc.

É oggettivamente tranquillizzante sapere che su questo fronte siamo stati e siamo in buone mani.

Mi sia consentito di non addentrarmi in valutazioni di merito sul concerto stesso, principalmente sul suo versante di evento “culturale”. In queste ultime giornate, facebook ha scatenato schiere (me compreso, haimé) di adoratori, adulatori, detrattori, denigratori del Kom e del suo “messaggio”, nonché commenti ora orgogliosi ora sprezzanti per la sua conduzione di vita e financo per le sue origini territoriali. Addirittura c’è stato chi, per portar acqua al mulino del merito del cantante, si é preso la briga di citare, una per una, le diverse onorificenze (comprese quelle ‘acquistate’ da università private, tanto per dire) che gli sono state riconosciute durante la lunga carriera.

A mio modesto avviso, fra l’altro, mettendo a rischio, compromettendola, la stessa immagine di “uomo che se ne frega di tutto, sì” che l’artista si è faticosamente creata in anni ed anni di “vita spericolata”. Forse facendo il gioco del suo più prudente uomo-immagine e mercato, più cauto ed ecumenico nel procurargli riconoscimenti, ma senza dubbio estranei al suo stile.

In ogni caso, credo che per tutto ciò sia meglio rimandare la valutazione ad ognuno che abbia voglia ed interesse a farlo, con piena libertà di giudizio, anche considerando che pure il semplice “divertimento”, neanche poi tanto in fondo, é un elemento culturale. E di un’occasione di divertimento, indubbiamente si è trattato, almeno per chi ha partecipato al concerto, così come hanno evidenziato anche le riprese televisive della RAI, particolarmente abbondanti di scene di giubilo collettivo.

Considerato positivamente tutto ciò, si sarebbe potuto tranquillamente ‘girare pagina’ e finirla lì.

Contenti quelli che fin dall’inizio si erano detti entusiasti e anche contenti (seppure scornati) quelli che avevano temuto per il Parco Ferrari e la Città, perché nulla di quanto creduto possibile si fosse fattivamente realizzato.

Fra i contenti, c’é stato chi ha affermato un significativo ritorno per l’economia cittadina: taluno, e ancora nei giorni passati il Sindaco, ha riportato cifre che vanno dai 6 ai 10 milioni di euro complessivi  (perché tante differenza?? 4 milioni di scarto non sono mica romelline). In particolare ne avrebbero goduto i servizi dell’ospitalità, con quale vantaggio per un ritorno fiscale in loco non é dato sapere.

Altri, al contrario, hanno ‘contestato’ questa lettura e, riferendosi a precisi principi economici per la lettura dei costi-benefici, hanno ritenuto doveroso sottolineare lo scarso impatto di quella cifra sul PIL locale, soprattutto esaminata dal punto di vista delle ore di lavoro perse a causa dell’immobilizzazione della Città, del blocco del traffico e dei servizi pubblici, di cui c’é stata necessità per alleggerire le problematiche della mobilità legate al concerto.

Personalmente, cito entrambe queste posizioni per l’autorevolezza e la competenza di coloro che le hanno sostenute ed ancora le sostengono, ma, del tutto onestamente, non sono in grado di esprimere una mia valutazione univoca e sicura.

Sul fronte dei conti, poi, resta aperto un capitolo. Il Sindaco, nella sua relazione in Consiglio comunale ha detto che gli introiti spettanti al Comune sono stati di 505mila euro complessivi e che “le risorse “serviranno per coprire le spese parte corrente relative a noleggi e personale, mentre le spese in conto capitale sono coperte dal bilancio dell’ente: erano già previste nei programmi d’investimento e in alcuni casi sono state semplicemente anticipate, come per alcuni interventi sul verde e le attrezzature della Polizia municipale”. Affermazioni di non semplice ed immediata lettura, che certo, per quanto riguarda i costi in conto capitale, andranno verificate all’atto della stesura del bilancio consuntivo, nel prossimo anno, quando l’assessore Bosi lo presenterà, sperando che qualcuno si ricordi di leggerlo anche per queste voci. Le voci che circolano intanto (maledetti gufi) é che ci potranno essere delle sorprese. Intanto è noto che le famose 50 telecamere utilizzate per la vigilanza del Parco durante il concerto, che sembrava dovessero (in parte) restare attive anche in seguito per un più efficace controllo di quel territorio … sono ‘sparite’.

Soprassiedo anche sul commentare la certezza del sindaco nell’affermare che il concerto ha rappresentato un enorme ritorno d’immagine per la nostra Città, che trascinerà un significativo incremento dei flussi turistici. Anche in questo caso mi sento in dovere di non esprimere originali  valutazioni, che devono essere proprie degli esperti del settore. Mi limito a sperarlo, mentre non posso fare a meno, però, di ricordare che analoghe speranze, con i Giardini EXPO, col Mef, con la grandiosa mostra mazzoliana al Mata et. non hanno rispettato le aspettative.

Mi sento in grado, però, di commentare, con una posizione ben definita, taluni altri aspetti, che, a prescindere dalla riuscita del concerto, a mio avviso mantengono elementi di problematicità.

Fatti i complimenti al sindaco, mi resta però da comprendere come egli abbia creduto di poter ‘tenere insieme’, alimentando quell’orgoglio collettivo cui richiama tutti noi Cittadini, due delle affermazioni che hanno dato il “volto locale” a questo evento. La prima, quando il concerto era ancora da realizzare, che é stato quell’ormai famoso invito ai modenesi “chi può, vada via da Modena” che, a  pensarci bene, é stato per chi l’ha accolto assai più terrorizzante di tutte le più pessimistiche previsioni. La seconda “il concerto è stata una grande sfida vinta dai modenesi”, insomma, un merito “anche” di quanti e per quanti era stata organizzata la “festa contro la paura” … una prova vinta, quindi, da quegli stessi modenesi che erano stati invitati ad allontanarsi.

Questione di lana caprina ? Non mi sembra.  Mah … forse avrò mal inteso o la prima o la seconda affermazione.

Un’altra cosa di cui mi rammarico é il dover costatare che, dall’avvio dell’attuale consigliatura fino ai giorni nostri, il nostro sindaco ha riservato tanto evidente entusiasmo, tanta riconoscenza all’altrui lavoro, tanta positiva valutazione della capacità dei suoi Cittadini (mai espresse prima) … a seguito del successo di un evento, di un’occasione che, per quanto “mondiale possa essere stata”, é stata ‘solo’ un concerto, con un impareggiabile numero di presenze, d’accordo, ma pur sempre ‘solo’ un concerto.

E non si tratta, come qualcuno ha voluto fraintendere allo scopo di delegittimare queste critiche, di essere cultori di immobilismo e di passatismo (il termine è di Giorgio Pighi). Al contrario, quanto sarebbe stato preferibile poter osservare assai più spesso un’analoga ostentazione di positività, per molte altre “occasioni” che, poiché assai più direttamente connesse alla vita quotidiana della Comunità, hanno a che fare con il cuore, il cervello e la pancia di noi modenesi. Oggettivi interventi di reale ammodernamento.

Certo qualcuno potrà osservare che, sempre, quando le occasioni di merito sono scarse, é interesse di chi desidera vantarsi, fare riferimento anche ai meno significativi, amplificandone ed accrescendone il valore. É umano e quindi é doveroso accettarlo.

Ma chi puó dire, senza mentire, che non avrebbe preferito sentirsi dire da chi amministra la vita della nostra Comunità che “altri” risultati erano stati raggiunti, “altre” promesse elettorali erano state mantenute. A partire del progetto S.Agostino, che é senza dubbio il più significativo progetto culturale cittadino da molti anni in qua e che, se non avesse dovuto riscontrare l’ostinazione, l’accanimento e l’insistenza nel ritenere unico ed immodificabile un discutibile (e secondo il TAR illegittimo) progetto immobiliare iniziale, con molte probabilità potrebbe vedere già oggi molte gru in opera ed un embrione di realizzazione. Per continuare con un progetto generale di manutenzione della Città, dei manti stradali delle sue vie, dei suoi spazi verdi e del suo arredo urbano. Con un complessivo programma di promozione di mobilità sostenibile, più attenta al fatto che d’inquinamento ci sia ammala (e, purtroppo, ne so qualcosa). Con un rinnovato sostegno alla sue Biblioteche che sono state per moltissimi di noi un buon viatico di conoscenza. Un rilancio della nostra Galleria Civica, per molto tempo avanguardia riconosciuta dell’Arte Contemporanea, da oltre due anni priva di direzione. Del nostro Mercato Albinelli, che tuttora non ha le cappe, mi dicono, per cuocere i cibi da preporre per quella consumazione in loco che avrebbe dovuto rilanciarlo, Con un rigenerato impegno per il mantenimento di quel welfare (scuole, servizi socio-assistenziali e sanitari) che é stato l’orgoglio di molte Amministrazioni del passato.

Mi auguro davvero che il nostro sindaco avrebbe preferito, anche lui, collegare quell’orgoglio di cui oggi si fa paladino nel comunicare l’avvenuta realizzazione di questo tipo di impegni e che condivida l’idea che é di questo tipo di interventi che necessita maggiormente la nostra Comunità... ben più della riuscita di un concerto, per grandioso che sia stato. 

Oggi, purtroppo, deve accontentarsi di mandare nelle case di tutti i modenesi, in 80mila copie, perché i riflettori del ‘suo’ successo non si spengano troppo in fretta, il poster del concerto di Vasco.

Deve necessariamente farselo bastare, Basterà anche ai Modenesi elettori ?

Giovanni Finali

 

 


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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