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Strana seduta del Consiglio comunale, quella del 16 marzo, con la relazione a cura del CRESME su 'Popolazione e lavoro nel futuro di Modena: scenari demografici ed economici', propedeutica alla discussione consiliare sul nuovo PSC (chissà se è ancora definito così?).
Verranno tempi ed occasioni, anche qui su fb, per valutare approfonditamente le opinioni ed i dati che sono stati presentati alla velocità della luce, che sarebbe prematuro valutare nello specifico solo a seguito di quella frettolosa citazione: occorrerà esaminarli dettagliatamente, potendosi soffermare con calma e riflettere e, per questo, c'é da augurarsi che presto siano resi pubblici in rete. Adesso sono possibili solo alcune informazioni 'di contorno', conseguenti più alle sensazioni vissute ed alle impressioni maturate.
Ora, ciò che può essere osservato è che appare strano (appunto) e discutibile che una relazione che abbia il compito di farci riflettere sul tema della 'Popolazione e lavoro nel futuro di Modena: scenari demografici ed economici' sia stato affidato ad un soggetto come il CRESME, che si occupa di prefigurare gli scenari delle 'prossime costruzioni intelligenti', dando per scontato che si debba partire da lì, dalla necessità di realizzare nuove edificazioni, per quanto intelligenti possano essere. Certo, per quanto attiene 'la popolazione' credo che sarebbe stato preferibile poter ascoltare un demografo 'puro', così come, per quanto riguarda 'il lavoro' sarebbe stato meglio poter contare su un economista, un sociologo del lavoro o qualcosa di simile.
Oggi, al contrario, abbiamo ascoltato una relazione, per quanto seria ed approfondita, che non ha mancato di essere, oltre che un'analisi, anche una definizione strategica.
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Con la proposta della sicura ricetta del 'chi si ferma (dal costruire) é perduto' o, se qualcuno lo preferisce, del 'boia chi molla', giungendo ad ipotizzare, quale modello (è stato così?) paragoni stravaganti, quali Stoccolma, una città che, evidentemente per chi l'ha pronunciato, non é troppo diversa da Modena.
Devo confessare che assai spesso ho sentito aleggiare nell'aula le vibrazioni di pensiero dell'ex-assessore Sitta, con il suo progetto di città di 250mila abitanti, in centinaia di nuove case (intelligentissime, certo!) tanto che durante certi passaggi dialettici ho dovuto strofinarmi gli occhi per osservare e riconoscere che non era lui a parlare.
Mah... staremo a vedere. Certo che, per contribuire a far maturare nei nostri amministratori le scelte giuste, per quanto riguarda l'urbanistica ed il progresso della città, sarebbe molto meglio invitare diverse voci competenti e non solo quelle che, prima di relazionare, si fermino a depositare in portineria la cazzuola ed il secchio di cemento che si portano dietro abitualmente.
Giovanni Finali