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'Oggi tutti esperti di autostrade e di Gronde. Quello che mi sfugge è come possa una variante evitare il crollo di un ponte malmesso a chilometri di distanza. È come dire che una volta fatta la TAV non servirà più controllare lo stato della ferrovia normale parallela. Un ponte, come ogni struttura, si logora con il tempo e con l'uso. È ovvio che più viene sollecitato più si logora. Ma è anche ovvio che chi lo progetta e chi lo mantiene devono assicurare che rimanga su nelle condizioni peggiori. E se viene giù di botto è perché l'uomo non è stato in grado di tenerlo su; perché l'uomo non ha speso abbastanza per farlo stare su; perché l'uomo non ha capito che sarebbe venuto giù; perché l'uomo non ha deciso che andava rifatto; non perché non ci sono strade alternative'.
A parlare è il consigliere carpigiano Roberto Benatti.
'Mi sono anche rotto di sentire quintali di “esperti un tanto al kg”, specie in Provincia, magnificarsi e stracciarsi le vesti per Cispadane e Bretelle varie, per poi dover constatare ogni giorno che la rete viaria ordinaria è da terzo mondo, che sulle strade provinciali ci sono i limiti a 70, a 50, anche a 30! perché sono piene di buche e crepe e non ci sono i soldi per rifarle. Ma tutto il Pd in coro vuole le grandi opere - forse perché faranno guadagnare le grandi coop e i grandi Cda? Ma intanto la Romana è una mulattiera. E il ponte dell'Uccellino è un pezzo di ferro arrugginito appoggiato all’argine - aggiunge Benatti -. Fa bene Toninelli a paventare la revoca delle concessioni. E fa bene a dire che prima delle grandi opere viene la messa in sicurezza dell'esistente. Ma che non siano solo autostrade: diamo subito ad Anas e province i soldi per le statali e provinciali, diamo subito ai comuni i soldi per quelle locali. E se con le manutenzioni non ci guadagneranno le grandi coop, beh, ce ne faremo una ragione'.