Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
I 13 miliardi di danni, che fanno di quello dell'Emilia il più importante sisma per impatto economico solo dopo quello dell'Irpinia, hanno certamente scatenato gli appetiti di speculatori e furbetti. I casi di fienili malandati anche prima del sisma, e trasformati in alloggi di pregio, non mancano. Così come non sono mancati i controlli degli organi competenti, sfociati in alcuni casi in revoca del diritto e ad una richiesta di restituire i soldi ricevuti.
Furbetti e deliquenti ai quali fanno fronte migliaia di imprenditori e privati onesti che i soldi li hanno spesi davvero per una ricostruzione reale con numeri altrettanto importanti.
Nell'area del crater,e comprendente oltre alla provincia di Modena anche quelle di Ferrara e Bologna, sono stati oltre 4,3 i miliardi investiti per industrie, attività economiche ed ed abitazioni privati. Soldi che sono serviti a riavviare oltre 10 mila attività economiche, di cui 7 mila commerciali e oltre 3 mila strutture produttive.
Ambiti di intervento che hanno avuto la priorità, rispetto al recupero delle parti pubbliche e dei centri storici'. E sono proprio questi, e per questo, che oggie continuano a soffrire. Dai municipi alle chiese, alle torri, simboli identitari di intere comunità come quella di Finale Emilia che ancora oggi può contare solo su piccola chiesa agibile.
Ad oggi sono oltre 14.800 le famiglie rientrate nelle proprie abitazioni, il 90% delle 16.500 costrette a uscire nel 2012 dopo le scosse. Più di 700 lo hanno fatto nell’ultimo anno. Gli altri nuclei famigliari sono tutti inseriti nel percorso di rientro nelle loro case, sostenuti dalla struttura commissariale con contributi per l’affitto.
L’investimento per la ricostruzione dei centri storici, tra opere pubbliche e interventi privati, a oggi ammonta a quasi un miliardo di euro per circa 2.600 interventi finanziati, di cui il 60% conclusi o in cantiere. in attesa della conclusione dei lavori, di ricostruzione di immobili completamente distrutti.
Sul fronte della produzione industriale se sei anni dopo i numeri dicono che l’area del cratere – dove si produce circa il 2,5% del valore aggiunto nazionale e 27% di quello regionale – corre più veloce di prima, con fabbriche, capannoni e strutture nuove, più sicure ed efficienti. anche sotto l'aspetto ambientale.
Nell’ultima seduta, la Giunta regionale ha ripartito ulteriori 168 milioni di euro, dei 320 milioni assegnati all’Emilia-Romagna dal Governo con la Legge di bilancio 2018, per completare la ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni storici artistici. Queste risorse esauriranno le necessità finanziarie per gli interventi programmati dai Comuni(101 milioni assegnati), in gran parte per quelli delle Diocesi dell’Emilia (57,8 milioni) e per il Policlinico universitario di Modena (9 milioni).
Sono quasi 14mila le abitazioni rese di nuovo agibili (+1.600 nell’ultimo anno), quasi 4.400 le attività economiche e commerciali (+862, dai negozi alle botteghe artigiane), per oltre 6.100 cantieri completati. Complessivamente, la ricostruzione privata per abitazioni e attività economiche ha visto contributi concessi per oltre 4,3 miliardi di euro, cresciuti solo nell’ultimo anno di 400 milioni, di cui 2,8 miliardi già liquidati a cittadini e imprese. A tali risorse si aggiungono poi quasi 1 miliardo e 300 milioni stanziati per la ricostruzione pubblica (ripristino dei beni culturali, storici e architettonici e opere pubbliche).
Nell’ultima seduta, la Giunta regionale ha ripartito ulteriori 168 milioni di euro, dei 320 milioni assegnati all’Emilia-Romagna dal Governo con la Legge di bilancio 2018, per completare la ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni storici artistici. Queste risorse esauriranno le necessità finanziarie per gli interventi programmati dai Comuni(101 milioni assegnati), in gran parte per quelli delle Diocesi dell’Emilia (57,8 milioni) e per il Policlinico universitario di Modena (9 milioni). Entro il mese di settembre di quest’anno si procederà alla ricognizione delle effettive esigenze residue per la predisposizione del Piano 2019 (il dettaglio degli interventi e del riparto dei fondi nel comunicato dedicato).
'Vorrei ringraziare in primo luogo le persone che vivono nel cratere, in assoluto i protagonisti di questi anni: lavoratori, imprenditori piccoli e grandi, artigiani, commercianti, e davvero tutti i cittadini. Uomini, donne e giovani di grande volontà e tenacia, a cui le istituzioni, i sindaci e gli amministratori locali hanno guardato e guardano per una collaborazione e un’azione comune che si sta dimostrando efficace. Davvero una dimostrazione di grande forza che viene dalla nostra terra e da tutta l’Emilia-Romagna, con un pensiero rivolto a chi ha perso la vita, è rimasto ferito e ai loro famigliari”.
“L’economia dell’area del cratere- prosegue-, in cui si produceva una quota consistente della ricchezza del Paese, dopo soli sei anni cresce a ritmi superiori rispetto a prima del sisma e della stessa economia regionale, evidenziando un tessuto produttivo sano, più sicuro e ancora più competitivo. E non dimentichiamo che gli stabilimenti erano crollati, gli impianti erano fermi”. “Oltre il 60 per cento dei lavori per la ricostruzione nei centri storici- sottolinea Bonaccini- è finito o si sta concludendo. A ciò va aggiunta la qualità degli interventi dove si è puntato non solo al ripristino del patrimonio urbano, ma anche a un’azione di rivitalizzazione urbana. C’è ancora da fare, il lavoro non è certo finito e l’impegno della Regione non si ferma. Fino all’ultima famiglia deve rientrare nella propria casa, ogni stabile, bene pubblico e artistico deve essere ricostruito così com’era e il sistema produttivo di questa zona deve essere ancora sostenuto e rafforzato, in particolare con azioni che guardino alla capacità innovativa e di ricerca e alla valorizzazione della straordinaria vocazione produttiva di questi territori. Ma insieme, così come abbiamo fatto finora- chiude il presidente della Regione- riusciremo a completare una ricostruzione efficace e nel pieno rispetto della legalità”.
Nell’ultimo anno, è stata autorizzata dal Governo la proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2020, che permetterà al Commissario Bonaccini e agli Enti locali di continuare a operare in regime straordinario, quindi in maniera più celere e semplificata. A questo si aggiunge la prosecuzione dell’esenzione Imu per gli immobili inagibili e la sospensione delle rate dei mutui per gli Enti locali. Inoltre, sarà operativo a partire dal 2 gennaio 2019 il dimezzamento del numero dei Comuni all’interno del cratere, in quanto hanno terminato l’attività ricostruttiva.