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'A fianco dei sindaci che, con serietà e responsabilità, hanno lavorato per dare un futuro ad Aimag, azienda strategica per il territorio dei 21 Comuni soci, non solo della Bassa modenese.
Il mandato politico di ogni sindaco è coltivare il benessere, lo sviluppo e il futuro delle comunità che è chiamato ad amministrare, e tutelare il patrimonio pubblico che pro tempore è chiamato a gestire. Aimag è, prima di tutto, un valore collettivo che non va dissipato'. Così il segretario provinciale Pd Stefano Vaccari appoggia la posizione dei sindaci dei Comuni soci, guidati dal carpigiano Riccardo Righi e dalla mirandolese Letizia Budri. Bocciatura netta per gli ex sindaci Pd guidati da Luigi Costi che hanno criticato l'accordo.
'Quando si parla oggi di Aimag è bene essere onesti intellettualmente, perché l’evoluzione del settore dei servizi pubblici locali, sempre più regolato, necessita di ingenti investimenti di mantenimento e sviluppo, richiedendo risorse economiche e industriali di una portata tale che, al di là delle difficoltà degli ultimi anni, i bilanci della società non può e non potrebbe mai sostenere. Inoltre l’avvicinarsi delle scadenze delle gare per i vari servizi previste per bacini molto ampi mettono in enorme difficoltà aziende di medie dimensioni come Aimag. L’evoluzione dei numeri, infatti, testimonia che l’azienda ha delle criticità: negli ultimi anni ha ridotto gli utili e bloccato la distribuzione dei dividendi ai Comuni soci a causa delle difficoltà finanziarie (stock del debito raddoppiato e oneri finanziari quadruplicati), e si trova a dover gestire impianti ambientali in perdita e da riconvertire. Per questi motivi, con realismo e senso di responsabilità, dallo scorso luglio i sindaci hanno iniziato ad affrontare queste criticità: perché la cultura amministrativa di questo territorio ci insegna che se cambiano le condizioni e il contesto normativo occorrono nuove scelte, differenti e coraggiose - aggiunge Vaccari -. Il percorso attuale, frutto di mesi di lavoro trasparente, confronto istituzionale e analisi tecnica, rappresenta un tentativo concreto – e finalmente serio – di mettere Aimag in sicurezza, garantendole capitalizzazione, investimenti, competitività. Perché, è bene ricordarlo, la maggioranza in assemblea resta pubblica, così come la possibilità di indirizzo strategico e di controllo sull’operato aziendale da parte dei Comuni. Certo, la governance industriale viene riorganizzata, ma resta in piedi un impianto di garanzie, controlli, organi paritetici, meccanismi decisionali e presìdi strategici che nessun altro ha mai ottenuto con Hera, azienda quotata in borsa ma posseduta al 45% da altri Comuni con i quali è possibile e auspicabile una condivisione delle strategie industriali a vantaggio dei territori amministrati. Oggi i sindaci dei Comuni soci Aimag stanno facendo ciò che forse andava fatto prima: guardare ai numeri, tenere la barra dritta sulla valorizzazione dell’azienda, assumersi la responsabilità – difficile, faticosa, ma necessaria – di decidere. Perché a essere in gioco non è soltanto il futuro di un’azienda, ma la credibilità delle istituzioni e la capacità della politica di essere all’altezza del tempo e delle sfide che viviamo'.
Redazione Pressa
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