'Giorgia Meloni dice che non ho messo il simbolo del Pd nei miei manifesti perche' mi vergogno?
Meloni penso non debba preoccuparsi dei simboli che metto, forse dovrebbe preoccuparsi perche' vedo che vengono ad oscurare la loro candidata, lei e soprattutto Matteo Salvini.
Come dovrei rispondere? Lasciamo perdere, parliamo di cose serie'. Cosi' il governatore dell'Emilia-Romagna, Stefano
Bonaccini, taglia corto dopo le frecciate elettorali di Fdi, ieri con la sua leader Giorgia Meloni a Bologna in vista delle regionali di gennaio.
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Non ho potuto mettere il simbolo di un partito, non ho voluto metterlo, perche' sono tanti i simboli- rimarca Bonaccini oggi a margine di una conferenza in viale Aldo Moro-
che sosterranno la corsa di Stefano Bonaccini a presidente della Regione. Stiamo completando la presenza di liste che sono fatte di forze politiche ma anche di movimenti civici: non e' ancora completa ma lo sara' nei prossimi giorni, e quindi presenteremo tutti.
Mi piacerebbe di piu' parlare di programmi e progetti'. Rincara Bonaccini: 'Ho sentito questo riferimento ieri di Meloni sulla sugar tax, dicendo 'non potevano chiamarla tassa sullo zucchero'... Ma come, loro che presentavano la flat tax, che nessuno ha mai capito. Anzi, la spiego io: Meloni, insieme a Salvini, voleva una tassa per cui Berlusconi pagasse la stessa percentuale dei poveri'. Quindi, sprona il presidente ricandidato, 'parliamo in italiano degli effetti delle tasse, non dei nomi. Voglio una competizione civile, non ci sono nemici ma magari avversari, come normale in democrazia: parliamo di programmi, non di slogan. Se lo facciamo, e' piu' facile per gli emiliano-romagnoli capire che prospettiva diamo alla nostra regione', conclude Bonaccini.