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'Caccia, cosìla Regione ha calpestato il parere di Ispra'

'Caccia, cosìla Regione ha calpestato il parere di Ispra'

Ballestrazzi (Wwf): 'Una scelta che non comprendiamo, che suscita vergogna e va a discapito della corretta protezione della fauna'


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'È stato approvato il Calendario Venatorio Regionale 2020. La Regione ha ignorato la gran parte delle note espresse da Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, deputato ad essere consultato per legge, e ha trascurato la totalità delle osservazioni delle associazioni ambientaliste ed animaliste, concedendo ai cacciatori un calendario venatorio retrogrado, incline a soddisfare i bisogni di pochi presunti sportivi'.
A denunciare il fatto sono Vittorio Ballestrazzi, responsabile Gestione Faunistica WWF Emilia-Romagna e Francesco Nigro, delegato Emilia-Romagna WWF Italia.

'Una scelta che non comprendiamo, che suscita vergogna e va a discapito della corretta protezione della fauna, in una regione che evidentemente considera l’attività venatoria di primaria importanza, tanto da citare la caccia di selezione tra i primi esempi di attività sportive da permettere nella Fase 2. In un territorio dove tantissime attività economiche sono ancora bloccate, la sorveglianza ambientale e le attività di protezione e conservazione esercitate da volontari qualificati singhiozzano, la caccia non trova ostacoli. Dietro all’evidenza che con l’attività di selezione si abbatte il cinghiale la cui proliferazione causa diversi danni (ma resta il frutto di questo “sport” e di errori nella gestione faunistico-venatoria), troviamo la leva per permettere i piani di controllo ben oltre il tramonto anche in periodo di emergenza sanitaria, con tutti i rischi connessi, e rilanciare subito in Fase 2 la caccia di selezione ai trofei ungulati - continuano i due esponenti Wwf -.
La caccia: un’attività “sportiva” che mina la sicurezza prima di tutto di chi la pratica e quindi delle tantissime persone che avrebbero diritto ad una maggiore tutela nel muoversi sul territorio. A dimostrarlo, purtroppo, sono i dati e in tutta la regione a praticare questo “sport” è meno dell’uno per cento della popolazione, con prevalenza di ultrasessantenni. Ci eravamo illusi che una nuova e più matura visione di quanto ci circonda si fosse fatta strada in questi due mesi di quarantena che ci hanno regalato numerosi e meravigliosi spettacoli di natura, ma ci sbagliavamo. Come WWF Emilia-Romagna ci uniamo alle richieste delle tante associazioni di protezione ambientale, chiedendo che la Regione riesamini le sue scelte, pronti ad opporci all'attuale Calendario Venatorio in tutte le sedi previste dalla legge'.
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