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'L’attivismo di Bonaccini e Donini di questi ultimi giorni sul tema delle grandi opere in Emilia Romagna ed in particolare sulla Cispadana altro non è che la conferma dello stato di disperazione in cui sono oramai da parecchio tempo soprattutto con l’avvicinarsi della scadenza elettorale del 2019. Puerile è il tentativo di addossare la colpa al Governo che non ha fatto altro che adottare un atteggiamento di buon senso precisando che la realizzazione delle opere sarà valutata in base ai costi e alle reali esigenze dei cittadini'. Così in una nota Silvano Tagliavini, del Coordinamento cispadano No autostrada.
'Il problema del ritardo accumulato dal progetto autostradale è tutto interno alla Regione e alla classe dirigente a cui fa capo. Difficoltà enormi a rispondere alle prescrizioni dettate dalla Commissione Via, impossibilità di reperire risorse finanziarie per attuare il progetto, situazione precaria della Autobrennero SPA al 51% dentro ARC, la stessa ARC in precario equilibrio societario, lento ma crescente scollamento politico sulla scelta autostradale.
In particolare Bonaccini non sa come mantenere fede alla promessa di realizzare l’autostrada, poi trasformata in promessa di aprire i cantieri, entro la fine della sua legislatura (2019) fatta al suo insediamento nel 2014 e a cui si è “incatenato” con l’affermazione: “se non riuscirò a realizzare l’autostrada Cispadana lo riterrò un mio personale fallimento” - chiude Tagliavini -. Non ci interessa l’eventuale “fallimento” di Bonaccini ma le problematiche viarie di questo territorio che non ricevono un’adeguata risposta da oltre mezzo secolo. Risposta che invece si sarebbe potuta dare con l’attuazione del progetto di Cispadana a scorrimento veloce che sarebbe stata ultimata nel 2007 senza spreco di denaro pubblico e minore impatto ambientale'.
Redazione Pressa
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