Quest'ultimo, come se mille valutazioni di carattere scientifico non fossero state fatte, come se la corsa al vaccino non avesse generato mille perplessità e distinguo dal mondo scientifico, ha applaudito ieri all'accelerazione (qui l'articolo), annunciata dal commissario Arcuri, nella distribuzione dei vaccini e nella campagna vaccinale, già subito dopo le festività. Con tanto di logistica per stoccare le dosi a -80 gradi previsti dal vaccino tedesco. Partendo proprio dai medici che questa corsa l'hanno di fatto condannata. Confermando ancora una volta che il presupposto scientifico alla base delle scelte politiche, è un concetto usato a corrente alternata dalla politica. Spesso come foglia di fico per coprire la propria incapacità di scegliere o, peggio, la propria politicamente assurda capacità di improvvisare. In preda al protagonismo politico. Che è poi ciò che davvero mette a dura prova non solo la capacità, o per usare un concetto in voga, la resilienza del sistema economico, ma anche la tenuta psicologica delle persone. Tenuta sotto scacco dalla schizofrenica improvvisazione quotidiana della politica che decide, tra l'altro con poteri speciali mai conosciuti e legittimati nel dopoguerra e, spesso, a nome di un presupposto scientifico che altrettanto spesso non c'è.
Un altro esempio, passato più in sordina di altri, ma relativo ad un provvedimento forte assunto sul fronte della politica sanitaria regionale, è l'acquisto e la diffusione, da parte della Regione, di 2 milioni di test rapidi antigenici da distribuire anche ad asintomatici.
L'assessore Donini la annunciò alcune settimane, fa in diretta Facebook, con a fianco la responsabile del reparto di malattie infettive del Policlinico Cristina Mussini che esattamente un minuto prima, di fianco a lui, aveva chiaramente affermato che l'attendibilità dei test era maggiore in ambito ospedaliero, e su pazienti sintomatici o fortemente sintomatici. Confermando l'elevata possibilità, su pazienti asintomatici, di avere la moltiplicazione di falsi negativi.
Presupposti scientifici, di cui invece non c'è traccia nella scelta che si sta valutando in queste ore di contingentare addirittura gli accessi ai centri storici. Dopo non avere dimostrato quanto la decisione, altrettanto improvvisata, di chiudere i negozi non alimentari nei centri commerciali nel week-end, lasciandoli invece aperti ovunque fuori da quegli spazi, oggi l'incredibile è dato dal fatto che la valutazione se sia opportuna o no questo ipotizzato contingentamento, sia basata non su studi e dimostrazioni pratiche, simulazioni di impatto, ma sulla possibilità tecnica e logistica di farla.
Elementi che danno l'ennesima prova di essere in balia di una politica improvvisata, vittima essa stessa di un delirio di onnipotenza, capace di incidere, più della scienza stessa, sulla vita vissuta e, come si diceva, sulla tenuta psicologica delle persone. Che a questo punto preferirebbero un lockdown per tutti piuttosto che un indefinito supplizio quotidiano che penalizza alcuni e favorisce altri. Una politica ingiustificabile, a tratti offensiva anche della stessa responsabilità delle persone comuni, malcelata solo dietro al paravento sempre più fragile del 'bene comune', coperta a livello nazionale e regionale dalla ostentata corsa all'azione e a livello locale, modenese, da una goffa non azione del sindaco. Presente costantemente negli atti che definiscono la gestione del potere, e praticamente assente in quelli che potrebbe favorire o meglio tutelare, a livello locale, la comunità. Partendo dal dramma delle Cra e arrivando alla piazza reale ed istituzionale, dove si è distinto e fatto sentire solo quando ha inveito contro i giovani senza mascherina (qui il video) che in centro lo mandavano aff....
Gi.Ga.

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