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De Pascale ammette: 'Il piano strutturale di messa in sicurezza del territorio è fermo'
La Pressa
Le parole del sindaco di Ravenna e candidato PD alla presidenza della Regione a Piazza Pulita. Mentre dalle carte riemergono i progetti strutturali per la messa in sicurezza del territorio, per le casse di laminazione, avviati 20 anni fa, non realizzati. Come il potenziamento di quelle sul Secchia, a Modena
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Non solo il piano straordinario di messa in sicurezza del territorio romagnolo, colpito per due volte dalla alluvione dovuta al cedimento e al sormonto di argini è fermo, ma addirittura non è stato fatto.
E' quanto emerge dalle parole del sindaco di Ravenna e ora candidato alla presidenza della Regione per il PD e la coalizione centro sinistra e 5 stelle Michele De Pascale, pronunciate in un collegamento in diretta nella trasmissione Piazza Pulita di La 7.
'Non si può scaricare la palla e ci si devono assumere le responsabilità'.- afferma rispondendo alle sollecitazioni del conduttore rispetto al fatto che in alcune zone i fiumi sono esondati e gli argini si sono rotti negli stessi punti del maggio 2023 e poi ricostruiti. Per il sindaco di Ravenna il 'punto è uno. Abbiamo bisogno di un piano straordinario in Romagna di opere per aumentare la sicurezza del territorio'. E questo piano 'è fermo, non è ancora stato fatto. Si sono fatti interventi di ripristino, che dovevano aggiustare le cose, ma il cinque nel quattro non ci sta. Il nostro bacino idrografico è studiato per delle portate, gli eventi degli ultimi due anni sono completamente sopra queste portate'.
Ed è così che tra le righe emerge una realtà da sempre malcelata dalle istituzioni deputate, e ben prima anche della alluvione della Romagna del 2023. Realtà che riporta alle alluvioni del modenese, nel 2014, con la rottura dell'argine del Secchia e nel 2020, con la rottura dell'argine del Panaro. Dieci anni in cui nonostante il risveglio da un letargo che per i 20 anni precedenti aveva lasciato fiumi, alvei, casse di espansione, nel più totale abbandono, si è proceduto, solo sulla scia dei finanziamenti per l'emergenza e la ricostruzione, con interventi tampone, capaci di sistemare e rinforzare alcune arginature, soprattutto nei punti delle rotture, portandole (come nel tratto di Ponte Alto o lo stesso a San Matteo), ad un adeguamento per piene piccole (TR20), ma senza procedere all'avvio di quegli interventi strutturali, come il potenziamento delle casse di espansione, che ancora non sono iniziati, o meglio sono iniziati male, nel caso delle casse di espansione, con un intervento preliminare, sbagliato (è il caso di dirlo), alla radice, con il disboscamento sovradimensionato e bloccato solo nel momento in cui anche gli enti preposti si sono accorti (troppo tardi) dell'errore.
Stesso discorso vale, ritornando in Romagna, ed in particolare nel territorio ravennate, regno del sindaco e presidente della provincia nonché candidato alla presidenza della Regione De Pascale, per gli interventi strutturali che ancora prima dell'alluvione del 2023, in parte non erano stati avviati e in parte si erano bloccati.
Ci riferiamo alla creazione delle casse di laminazione lungo il Senio e Sintria. Strutture, ben tre, di accumulo e rilascio di acqua che sarebbero dovute sorgere lungo l’asse fluviale del Senio, nuovamente esondato, per limitare l’afflusso in pianura di acqua in casi eccezionali. Come le precipitazioni che De Pascale cita come troppo grandi per essere contenute dalla capacità del bacino idraulico. Un bacino idraulico non adeguato come negli anni, e ben prima della alluvione del 2023, avrebbe dovuto essere adeguato. Perchè, come è possibile estrapolare come conclusioni dalle relazione e dalle simulazioni del Prof. Stefano Orlandini di Unimore, le precipitazioni, pur eccezionali, del maggio 2023, avrebbero comportato (tenendo conto di molteplici fattori che vanno dalla manutenzione degli alvei, al tempo di corrivazione delle acque), a stabilire che le piene generate avrebbero avuto un Tempo di Ritorno tale da potere essere in parte gestite da un sistema adeguato a piene cinquentennali o centenarie. Adeguamento che, pur ipotizzato e previsto, non è mai stato realizzato, né in Romagna né in provincia di Modena, dove la differenza sta nell'essere da anni stati 'graziati' da precipitazioni non intense come in Romagna e dove è errato e fuorviante ripetere che il sistema ha retto. Perché se le piene anche piccole o piccolissime sono passate, non è perché il sistema ha retto, ma perché le piene si sono mantenute sempre ad un livello basso con Tempo di Ritorno al massimo di 20 anni.
Livello al quale sono adeguate le casse di espansione del fiume Secchia, per le quali, da decenni, gli studi confermano l'inadeguatezza del loro sistema di funzionamento e la conseguente necessita di procedere con interventi strutturali, che non sono mai partiti, se non, appunto, in queste settimane. Ma bloccati e già in ritardo, a due mesi dall'avvio. Ritardi decennali e che anche nella migliore delle ipotesi potrebbero essere recuperati in parte soltanto dal 2030, visto che i lavori previsti per l'adeguamento della cassa di espansione del fiume Secchia anche solo ad eventi con Tempo di Ritorno 50 anni, avranno una durata di circa 6 anni.
Nel territorio ravennate e romagnolo le strutture idrauliche di laminazione capaci di potenziare la capacità di fare fronte ad eventi anche eccezzionale sono dimensionate a contenere 6.500.000 di metri cubi d’acqua su una estensione complessiva, per tutte le opere, di circa 70 ettari, che hanno visto il primo studio di fattibilità, richiesto dalla Provincia di Ravenna, essere realizzato, dall’università di Bologna, nel 1992. Seguito da un progetto preliminare del 2002 e un definitivo del luglio 2005. Da allora a oggi dopo un iter durato più di trent’anni due realtà sono quasi finite mentre la terza, quella a cavallo del torrente Sintria, non è nemmeno stata progettata definitivamente. Trent’anni di risorse e opportunità che non hanno portato a nessun risultato.
Gi.Ga.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>
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