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“Fava non canti vittoria, il Pd per aggiudicarsi il voto ha dovuto nascondersi dietro a liste civiche dissimulando il più possibile l’appartenenza al partito. Niente slogan, niente simboli, ben più che in passato il partito di Martina è stato attento a non farsi vedere. Per la Lega era un banco di prova non semplice arrivato a poche settimane dal commissariamento provinciale e giocato in realtà che per natura risultano, alle urne delle elezioni locali, molto conservative. Nei piccoli centri la conoscenza personale di lunga data ha ancora un peso specifico molto elevato nella scelta del sindaco e si tende a scegliere in base a logiche diverse da quelle dell'orientamento politico, che a livello ideologico, avrebbero magari premiato le nostre battaglie. Da qui, per noi, parte uno spunto di riflessione per arrivare più forti e preparati alla grande sfida delle amministrative dell’anno prossimo”.
Così Stefano Bargi, commissario provinciale della Lega di Modena e consigliere regionale della Lega, commenta i risultati della tornata elettorale nei Comuni modenesi, dopo le dichiarazioni del segretario provinciale del Pd Davide Fava.
“Un'analisi interessante che si può ricavare del voto è certamente il fatto che il Pd per portare a casa il risultato si è mascherato il più possibile dietro a liste che si presentavano come puramente civiche, con candidati che già hanno amministrato e che, in relazione a determinati temi, come quelli dell’immigrazione, avevano recentemente assunto posizioni di centrodestra”, continua Bargi.
“Per noi era un piccolo banco di prova, su cui abbiamo puntato nomi nuovi sapendo, però, che il momento non era favorevole, considerato che la Lega di Modena è proprio in queste settimane in fase di riorganizzazione, anche sotto la mia guida di commissario. I risultati non positivi, altro non fanno, comunque, che darci una spinta più forte per arrivare alle prossime elezioni con maggiore determinazione”.
Redazione Pressa
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