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È operativa la legge della Regione Emilia-Romagna sul Reddito di solidarietà (Res).
Dal 18 settembre scorso singoli e famiglie con ISEE pari o inferiore a 3.000 euro l'anno possono richiedere, a fronte dell'impegno in un progetto di reinserimento sociale o lavorativo, un aiuto concreto.
“Il Reddito di solidarietà nella nostra regione può dirsi operativo a tutti gli effetti, e ne siamo particolarmente soddisfatti- sottolinea la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini-. Siamo consapevoli che non si tratta di traghettare una famiglia dalla povertà al benessere, ma abbiamo dato vita ad uno strumento che consente ai cittadini in grave difficoltà economica di affrontare i problemi più impellenti ed allontanare il rischio dell’esclusione sociale.
È importante- aggiunge la vicepresidente- diffondere una giusta informazione sul senso e sulle modalità di accesso al contributo che, desidero ancora ancora una volta sottolineare, non consiste in una semplice misura assistenzialistica, ma richiede anche l’accettazione e il coinvolgimento della famiglia in un progetto personalizzato e finalizzato a superare la condizione di povertà per riconquistare, passo dopo passo, la propria autonomia”.
Tutte le informazioni utili:
Possono accedere al Reddito di solidarietà i nuclei familiari, anche unipersonali, di cui almeno un componente sia residente in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi, con Isee corrente inferiore o uguale a 3mila euro. Nel caso i componenti il nucleo familiare percepiscano altri trattamenti economici di natura previdenziale, indennitaria e assistenziale (pensione, accompagnamento, ecc.), il valore complessivo dei medesimi trattamenti nel mese antecedente la richiesta deve essere inferiore a 600 euro mensili.
L'accesso al Reddito di solidarietà è incompatibile con la fruizione da parte di ciascun membro del nucleo familiare del Sia (Sostegno per l'inclusione attiva), della Naspi (nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego) o dell'assegno di disoccupazione (Asdi) o di altro ammortizzatore sociale con riferimento agli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria. L'ammontare massimo mensile, come detto, è pari a 400 euro per un nucleo familiare di 5 o più persone. L'intervento sarà concesso per non più di 12 mesi, superati i quali il sostegno potrà essere richiesto solo trascorsi almeno altri 6 mesi. Non è possibile accedere al Res nel caso in cui il richiedente sia stato destinatario di provvedimenti di decadenza dalla misura medesima o da altre prestazioni sociali ai sensi della normativa vigente in materia di dichiarazioni mendaci e uso di atti falsi, nei 18 mesi antecedenti la presentazione della domanda.
La domanda per ottenere il Res deve essere presentata da uno dei componenti il nucleo familiare allo Sportello sociale del Comune territorialmente competente, tramite apposito modello. Il Res - reso disponibile attraverso una Carta Acquisti, prepagata - sarà erogato dai Servizi sociali dei Comuni nell'ambito di un percorso concordato, finalizzato a superare le condizioni di difficoltà del nucleo familiare.
All'interno delle misure del progetto di attivazione sociale assumono rilievo, a titolo esemplificativo: incontri con il servizio sociale; frequenza scolastica dei figli; progetti di ricerca attiva del lavoro e di accettazione di offerte di lavoro; iniziative di prevenzione e cura della salute; sostegno dei minori; cura del proprio alloggio. Nel caso di mancata sottoscrizione del patto, di mancato rispetto degli obblighi previsti dal progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo, o comunque di comportamenti, da parte dei componenti il nucleo familiare, incompatibili con il progetto, si incorre in decadenza dal beneficio. Inoltre il patto prevede la tempestiva comunicazione ai Servizi sociali del Comune di residenza di ogni variazione dei requisiti e dell’Isee.