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Morti sul lavoro come omicidi: la denuncia e l’attacco dei sindacati al governo

Morti sul lavoro come omicidi: la denuncia e l’attacco dei sindacati al governo

In Piazza Grande a Modena un migliaio di persone hanno seguito la manifestazione sindacale organizzata da Cgil, Cisl e Uil. 'Governo superficiale, non incide sulle criticità'


4 minuti di lettura

Tradizione e sapori di Modena
'Il lavoro sicuro è un diritto non una rivendicazione'. E questo lo slogan che accompagnato la piazza Modenese, e non solo, in occasione delle celebrazioni per il primo maggio festa della dei lavoratori organizzata dai sindacati CGIL CISL UIL. Un migliaio di persone con tanti garofani in mano e teste canute nei circa 2000 posti a sedere e alcune centinaia ai lati, ad ascoltare gli interventi dei segretari sindacali. I tre confederali, CGIL Cisl e Uil, organizzatori anche degli altri 6 appuntamenti concomitanti in altrettante piazze della provincia. Da Pavullo a Mirandola, da Carpi a Vignola, da Castelfranco Emilia a Sassuolo. Tra i garofani e le bandiere sindacali ci sono il sindaco il presidente della provincia i parlamentari del partito democratico Random e Vaccari, Ma ci sono anche i consiglieri del gruppo di Fratelli d'Italia e il capogruppo Lega Giovanni Bertoldi. Esponenti di un centro-destra che in quella piazza è al centro degli attacchi politici che arrivano dal palco. Soprattutto nelle parole della egretaria nazionale della UIL, Vera Buonomo alla quale è affidato il comizio centrale nell'evento modenese.
Introdotta dagli interventi di Rosamaria Papaleo, Segretaria generale Cisl Emilia Centrale e dal segretario provinciale della CGIL di Modena Daniele Dieci.
La segretaria nazionale della UIL, ha ribadito al nostro microfono (video) e dal palco che il Primo Maggio deve essere la festa del lavoro dignitoso, giustamente retribuito e sicuro. Ha sottolineato che in Italia si continua a morire sul lavoro, e che ogni infortunio o morte sul posto di lavoro è da considerare un fallimento collettivo e accusato il governo di non intervenire con politiche incisive sulla precarietà e sulla sicurezza. Dal governo risorse insufficienti e inadeguate: servono miliardi di euro, non qualche centinaio di milioni, per affrontare davvero l’emergenza. Non possiamo più accettare che un Paese del G7 registri un infortunio ogni minuto”, ha dichiarato, chiedendo una procura speciale per i morti sul lavoro, maggiori investimenti in formazione e una vera cultura della sicurezza. Ha evidenziato che il diritto alla salute e alla sicurezza è già sancito dalla Costituzione e dalle leggi, ma resta ancora inattuato in molti contesti lavorativi'.'Non ci fermeremo fino a quando non ci sarà la giusta attenzione verso i morti sul lavoro, che per noi sono omicidi. Per questo chiediamo da tempo una procura speciale, più attenzione, più investimenti per l’istruzione e, soprattutto, riqualificazione e formazione.
È sempre difficile valutare le responsabilità, ma per noi un’impresa, un imprenditore, un’azienda che non tiene conto della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici è un soggetto che non può essere né aiutato, né sostenuto, né rimanere sul mercato. È inaccettabile che un paese come l’Italia, che siede al G7, registri un infortunio sul lavoro ogni minuto. Questi sono dati ufficiali. Dobbiamo fermare questa scia di sangue con un impegno corale di tutti: organizzazioni sindacali, istituzioni, datori di lavoro e l’intera comunità. Serve costruire una vera cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Bisogna intervenire sulla formazione: formazione di mente, cuore e braccia'.'Serve tanta prevenzione - afferma Rosamaria Papaleo. 'Chiediamo anche risorse per potenziare gli organismi di controllo ma questo incide spesso quando l'infortunio è già avvenuto. Noi l'infortunio lo vogliamo evitare con una prevenzione a 360 gradi. Oggi, più che una rivendicazione, chiediamo l’affermazione di un diritto, perché il diritto alla salute e sicurezza è già sancito dalla Costituzione e dalle leggi'.Guardando al futuro, come si potrà arrivare a un primo maggio in cui i dati sulla sicurezza siano davvero migliorati? - chiediamo a Daniele Dieci.
'Oggi purtroppo i dati restano drammatici, nonostante le leggi e i controlli. Anche stamattina mi sono chiesto: quando arriverà un primo maggio in cui potremo festeggiare davvero, sentendoci sicuri lavorando?
Purtroppo non siamo ancora in quelle condizioni. A Modena nel 2024 si sono registrati 15.000 infortuni, 900 malattie professionali con un incremento del 10%. Le persone si ammalano lavorando, si infortunano, e purtroppo muoiono. Sono state 12 le morti sul lavoro solo nella nostra provincia. Questo dimostra che manca ancora una vera cultura del lavoro sicuro. Il lavoro precario, negli appalti, in somministrazione, senza formazione adeguata, significa lavoro non sicuro. E questo indica chiaramente che non ci sono abbastanza investimenti per garantire a chi lavora la formazione necessaria per lavorare in sicurezza. E questo significa mancanza di dignità. In un Paese, in una Repubblica come quella italiana, che si fonda sul lavoro, la dignità dovrebbe partire da lì. E invece ancora non accade. Non bastano 600 milioni di euro. Non è questa la risposta. Servono miliardi di euro, servono investimenti seri. Serve un cambio di passo anche da parte delle associazioni datoriali, che devono considerare questo tema come un loro problema, e non solo delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori. Serve formazione, investimento, lavoro stabile'.Dopo gli interventi dei rappresentanti sindacali il concerto di Alberto Bertoli accompagnato dai suoi musicisti.
Gi.Ga.
Foto dell'autore

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consigliere Corecom (C...   

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