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'Chi interviene o assiste all'udienza non può portare armi o bastoni e deve stare a capo scoperto e in silenzio'. E' la scritta su un foglio davanti ad un'aula del Tar di Bologna dove questa mattina ad una giovane praticante avvocato che indossava il velo hijab è stato chiesto dal giudice di toglierselo, oppure uscire. Secondo quanto riferito da alcuni presenti la giovane, marocchina, a quel punto si è rifiutata di scoprirsi il capo e si è allontanata.
I segretari provinciali modenesi del Pd Davide Fava e dei Gd Alessandro Poggi esprimono solidarietà alla giovane avvocata cacciata dall’Aula del Tar perché portava il velo e stigmatizzano un’applicazione delle norme che non tiene conto del quadro costituzionale. Ecco la loro dichiarazione: “Siamo vicini alla nostra concittadina, la giovane praticante avvocata Asmae Belfakir che oggi è stata costretta a lasciare l’Aula in cui si teneva l’udienza del Tar che stava seguendo per lavoro perché aveva il capo coperto dal velo.
Non il volto, lo ha sottolineato lei stessa, lei era perfettamente identificabile e il suo abbigliamento non poteva essere causa di alcun problema di ordine pubblico. Secondo il suo racconto il giudice che le ha intimato di togliere il velo o di uscire dall’Aula, avrebbe fatto riferimento non a una norma, ma a non meglio precisate tradizioni da preservare. Se la ricostruzione dei fatti verrà confermata in questi termini, stigmatizziamo un’applicazione pedissequa di norme comportamentali non più al passo con i tempi, tenuto anche conto che la stessa giurisprudenza del Consiglio superiore della magistratura l’ha abbondantemente superata. E’ la nostra stessa Costituzione che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge, senza distinzioni di razza (con buona pace del candidato lombardo della Lega Fontana) e di religione”.
In foto una ragazza con il tipico velo utilizzato dalle donne islamiche
Redazione Pressa
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