Inceneritore Modena a pieno regime. Dal flusso dei dati Arpa, ripreso dopo mesi di pausa, emerge che nei primi cinque mesi dell'anno l'impianto di via Cavazza ha raggiunto le 93.086 tonnellate conferite, con un incremento significativo rispetto allo stesso periodo del 2024, quando nei primi cinque mesi le tonnellate furono 65.415. Di questo passo le 200.000 tonnellate saranno soglia presumibilmente raggiungibile a fine anno.Il dimensionamento su area vasta dell'inceneritore di Modena e ad una sola potente linea, fa sì che anche la riduzione dei rifiuti indifferenziati dal bacino Modenese, derivanti dall'introduzione di nuovi modelli come il porta a porta, nulla incida rispetto alla quantità di rifiuti conferiti e conseguentemente sulle emissioni inquinanti. Ciò che si riduce a Modena arriva da altre province. I modenesi ormai sanno che qualsiasi siano le loro performance nel miglioramento quantitativo e qualitativo della raccolta differenziata, avranno sempre sul proprio comune e sulle proprie case le emissioni di un'inceneritore a pieno regime. E in costante aumento.
I dati
I rifiuti urbani conferiti nel solo mese di maggio 2025 ammontano a 12.464 tonnellate, contro le 11.195 tonnellate di maggio 2024. In aumento.
Aumentano anche i rifiuti urbani provenienti da altre province: 6.537 tonnellate a maggio 2025, contro le 4.446 tonnellate dello stesso mese dell’anno precedente.I rifiuti speciali rappresentano una fetta sempre più ampia.
Nei primi 5 mesi dell'anno 48.122, rispetto alle 27.865 tonnellate nello stesso periodo del 2024. In particolare, spiccano due categorie di rifiuti speciali: quelli identificati dal codice EER 19.12.xx, cioè gli scarti non riciclabili derivanti dal trattamento meccanico dei rifiuti: 4.053 tonnellate a maggio 2025 (in aumento rispetto alle 3.251 del 2024), per un totale di 21.893 tonnellate dall’inizio dell’anno.
Poi, da bruciare, ci sono anche i fanghi da trattamento delle acque reflue urbane (EER 19.08.05), ma che nel 2025 hanno raggiunto le 300 tonnellate nei primi cinque mesi.In sostanza, l’inceneritore continua a funzionare, e per sua conformazione e mission deve continuare a funzionare nel top delle sue capacità, a prescindere dalla diminuzione dei rifiuti indifferenziati urbani di Modena e dall'aumento della raccolta differenziata raggiunto grazie all'impegno dei modenesi. È così, e non può essere altro che così, fino a quando questo impianto, così come è oggi, e dopo il passaggio dalle tre all'unica quarta e potente linea di funzionamento, continuerà ad esistere.Anche come elemento importante fondamentale delle strategie industriali di Hera, che guadagna da ogni tonnellata di rifiuto indifferenziato o di scarto da differenziato conferita all'inceneritore, guadagna dall'energia elettrica (ce ne siamo occupati in un altro recente articolo e continueremo a farlo nei prossimi giorni) generata dalle turbine alimentate dal calore dell'incenerimento.
Oggi, inoltre, a seguito di una raccolta differenziata che al di là del modello pagato dai modenesi, è qualitativamente migliore, consente un maggiore guadagno anche dalla quota destinata al riciclo. Dati che vedono un ruolo centrale dell'inceneritore di Modena nelle prospettive industriali e di sviluppo di Hera. Elementi che non fanno presumere nemmeno lontanamente all'ipotesi di un percorso orientamento al superamento dell'impianto al 2034 come prospettato da diversi programmi elettorali, compreso quello di Massimo Mezzetti, diventato poi sindaco di Modena e sul quale, in importante parte si è basato anche l'accordo di coalizione con il movimento 5 stelle e Avs con quest'ultimo che ha espresso il nome dell'assessore all'ambiente Vittorio Molinari.Gi.Ga.