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Lega e Fdi: sindrome di Fonzie, la condanna al fascismo resta tabù

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Occorre isolare coloro che sfruttano una contestazione profonda e dalle motivazioni comprensibili sul Green Pass, chiamandoli per nome


Lega e Fdi: sindrome di Fonzie, la condanna al fascismo resta tabù
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Un po' come Fonzie in Happy Days. Il bulletto buono della serie anni '70 non riusciva a pronunciare la parola 'ho sbagliato', così Lega e Fratelli d'Italia sembrano incapaci di pronunciare una netta condanna rispetto ai rigurgiti fascisti. Meloni e Salvini condannano le violenze (e ci mancherebbe) ma non riescono a definirle per quelle che sono: di matrice neofascista. Non basta affermare che si è di fronte ad 'alcuni dementi', occorre aggiungere che si tratta di 'alcuni dementi fascisti'.
Sia chiaro, la piazza di Roma non era una piazza fascista. Il no al green pass non è assolutamente una battaglia di destra o di sinistra. Il dissenso pacifico verso una norma che si ritiene illiberale è sacrosanto e deve essere costituzionalmente garantito.
Detto questo, anzi proprio per questo, occorre isolare coloro che sfruttano una contestazione profonda e dalle motivazioni assolutamente comprensibili e che offrono così lo spunto per il Governo (che non vedeva l'ora) per limitare i cortei tout court, chiamandoli per nome. Il male lo si definisce nominandolo, anche col linguaggio. I saluti romani, le teste pelate, l'adesione a partiti dichiaratamente ispirati alle politiche del Ventennio, vanno incasellati per quello che sono e vanno ricacciati nei meandri indegni dai quali ciclicamente rispuntano.
Lega e Fratelli d'Italia se ambiscono ad essere forze di Governo a livello nazionale e a livello locale, devono riuscire a fare questo. Devono superare la sindrome di Fonzie e avere la forza di pronunciare parole chiare. Senza sottintesi, senza benaltrismi e senza cercare di annacquare le violenze di matrice fascista nel brodo informe delle violenze generalmente intese.

Senza giustificarsi dicendo che il fascismo è un 'concetto superato', perchè finchè vi sono persone che inneggiano a Mussolini, e vanno in giro addirittura sventolando svastiche mischiando stupidità e ignoranza, il fascismo non è superato.
Ovvio, lo stesso sforzo devono farlo le forze di sinistra nei confronti di derive violente neocomuniste, ma davanti alle immagini di Roma richiamare a episodi di segno opposto significa solamente voler cacciare la palla in tribuna. Come all'asilo quando invece di scusarsi per aver dato un calcio all'amico si accusa un altro bambino di aver fatto altrettanto un mese prima.
Se Meloni e Salvini a livello nazionale e i loro referenti locali non escono da tale ambiguità saranno sempre esposti alle critiche di chi - magari strumentalmente, con infiltrati o anche in modo costruito, ma poco importa - rimproverano loro tale incapacità di prendere le distanze con gli orrori della Storia italiana.
Serve coraggio, certo, occorre mettere in conto di perdere una fetta di elettorato nostalgico. Ma ben venga. Questa pulizia è essenziale. Anche nei termini. E oggi, occorre dirlo non è ancora avvenuta, nè a Modena nè a livello nazionale.
Eppure è un esercizio essenziale perchè - vinta la sindrome di Fonzie - magari il centrodestra italiano potrà trovare il coraggio anche per definire se stesso e per denunciare senza timore le derive illiberali che il Governo Draghi (del quale la Lega fa parte) sta mettendo in campo con la norma del Green Pass, strappando tale sacrosanta battaglia dalle sporche mani di coloro che, come conati di vomito, non vedono l'ora di imbrattarla con busti del Duce e braccia alzate.
Giuseppe Leonelli


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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