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Testimoniando questa mattina a Reggio Emilia nel maxi processo contro la 'ndrangheta, Aemilia, il ministro Graziano Delrio precisa alcuni dettagli del famoso viaggio compiuto a Cutro nel 2009, alla vigilia delle elezioni amministrative in cui era candidato a sindaco della citta' del Tricolore per il secondo mandato. 'Cutro- spiega Delrio- e' una citta' legata a Reggio Emilia da un patto di amicizia fin dal 1995. Avevo ricevuto numerosi inviti, ho accettato quello del sindaco e mi sono recato a Cutro per una visita istituzionale- indossavo la fascia tricolore- durata 24 ore'. Il ministro smentisce di aver partecipato alla processione del Santissimo crocefisso, evento che si svolge nel paesino calabrese ogni sette anni: 'Non ho partecipato alla processione.
Ho solo assistito alla messa, poi sono stato in piazza con altri sindaci e 5.000 persone e me ne sono andato'.
La sera prima, puntualizza Delrio, avevo cenato con due consiglieri comunali eletti a Reggio Emilia: Antonio Olivo e Salvatore Scarpino'.
Il Ministro Delrio spiega ancora che nell'incontro del 2012 in cui accompagno' alcuni consiglieri comunali di origine calabrese dal prefetto Antonella De Miro, 'non era in discussione lo strumento delle interdittive, ma il fatto che nella comunita' cutresi non ci fossero persone perbene'. Lo afferma nell'aula reggiana del processo Aemilia il ministro Graziano Delrio, ex sindaco di Reggio Emilia dal 2004 al 2013, citato come testimone dalla difesa degli imputati Gianluigi Sarcone, Pasquale Brescia e Francesco Scida.
Delrio spiega che 'a fronte di una crescita dell'opinione pubblica e di notizie allarmanti che emergevano sulla stampa, qualcuno si sentiva ingiustamente accomunato ai delinquenti e questo e' un fenomeno da stigmatizzare perche' i cittadini reggiani sono sia di origine cutrese che non.
Quelli che fanno i delinquenti lo fanno e le persone perbene non devono dire da dove vengono per dimostrarlo'. Dunque, prosegue il ministro, 'ci fu un disagio vero, percepito, che pero' nulla toglie al fatto che era importante e giusto che la comunita' civile prendesse coscienza del fenomeno'. In questo contesto 'i consiglieri comunali mi chiesero di poter manifestare la loro solidarieta' per l'azione contro la 'ndrangheta ma anche la preoccupazione che ci fosse una stigmatizzazione generale verso i cutresi', aggiunge il ministro.
Agli avvocati che domandano se avesse avuto sentore del fenomeno della 'ndrangheta sul territorio, Delrio risponde: 'Certamente. Sapevamo che a Brescello c'era la presenza della famiglia Grande Aracri, conoscevamo i processi e le condanne definitive e quindi sapevamo che nel territorio reggiano in senso lato, cioe' in provincia c'era questa presenza. Erano notizie note al punto che, visto che dalle Forze dell'ordine non arrivavano evidenze dirette di penetrazione della criminalita' organizzata, chiedemmo di fare un'inchiesta sulle risultanze processuali coordinata dal professore Enzo Ciconte che fu poi ripetuta nel 2010'. Questo perche', 'avevamo la percezione che anche Reggio Emilia potesse diventare bersaglio dell'azione criminale'. A fare la differenza nella lotta alle infiltrazioni e a determinare la presa di consapevolezza della comunita', fu pero' secondo Delrio il protocollo frmato dal Comune a maggio del 2011 con la Prefettura, che apri' la stagione delle interdittive antimafia. 'Fu con l'azione mirata del prefetto De Miro che la coscienza a Reggio divenne per fortuna molto piu' forte'.
Delrio parla anche dei rapporti con l'associazione dei costruttori edili, per la maggior parte di origine calabrese, Aier e con il suo presidente Antonio Rizzo. 'L'Aier fu ricevuta come tutte le associazioni che ne facevano richiesta dall'assessore all'Urbanistica ed esaminammo una loro porposta su come utilizzare l'invenduto che rimaneva dopo una stagione di grande espansione urbanistica. In giunta ritenni di non far passare questa proposta amministrativa'. In merito al presidente dell'associazione, Delrio spiega: 'Rizzo abita nella localita' dove abito io a Canali, avevamo degli amici in comune e lui e' sempre stato un mio sostenitore politico'.