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Esattamente un anno fa un sorridente principe del Qatar Nasser Al Thani, a capo della Qatar Charity Foundation, una ricchissima onlus che ha avviato programmi di aiuti delle comunità islamiche in 25 paesi del mondo, si faceva immortalare a Mirandola insieme al Sindaco Maino Benatti, all'inaugurazione del centro di preghiera musulmano danneggiato dal terremoto del 2012 e rimesso in piedi come nuovo, ancora prima della chiesa parrocchiale. Sul centro, realizzato con un contributo da 600.000 euro della Regione e da 400.000 euro dalla Qatar Charity Foundation attravero l'Ucooi, era stata fissata una targa che omaggiava la Qatar Charity Foundation e appunto, lo stesso Sindaco. Interpellato da Radio Bruno sull'origine, sulla finalità e sull'opportunità di un tale finanziamento, il primo cittadino sbottò affermando che non era compito suo fornire una risposta di quel genere chiedendosi addirittura il perché c'erano problemi 'se i soldi provenivano dal Qatar e al contrario non c'erano dei problemi se arrivavano dagli Stati Uniti.
Visto che - disse - i terroristi ci sono anche negli Stati Uniti'.
Elementi che oggi come allora scatenarono l'intervento del consigliere di Forza Italia di Mirandola Antonio Platis: 'Il sindaco è responsabile della sicurezza dei cittadini e non può evitare di porsi domande su chi ha finanziato la moschea. La politica del mettere la testa sotto la sabbia non può continuare'
Questo nell'agosto del 2016. Era prevedibile che oggi, di fronte alla decisione di Egitto, Arabia e Emirati arabi uniti di tagliare i ponti con il Qatar, accusato di finanziare i terroristi, l'attenzione sulla moschea di Mirandola, ufficialmente facente parte dei 33 centri finanziati ed aperti in Italia dalla Qatar Charity Foundation, fosse ritornata.
'Ci chiediamo se il Sindaco di Mirandola Maino Benatti, continuerà, come fece un anno fa rispondendo ai giornalisti, a non interessarsi dei finanziamenti e, anzi, continuerà a paragonare il Qatar a qualsiasi altro paese occidentale' - interviene il Consigliere provinciale di Forza Italia e consigliere dell'Unione dei comuni dell'area nord Antonio Platis.
'Gli appelli lanciati ai tempi della realizzazione della moschea affinché si controllasse sull'origine dei finanziamenti celebrati direttamente dal principe del Qatar Nasser Al Thani a capo della Qatar Charity Foundation e che attraverso l'Ucooi sono arrivati in Italia e a Mirandola, sono rimasti inascoltati.
Il Sindaco Benatti, interpellato sulla questione, accusò i giornalisti di generare loro terrore e paura rimandando ad altri la verifica sulle ragioni, sulla provenienza e sull'utilizzo dei finanziamenti. Oggi, di fronte alla realtà che lo stesso paese che ha finanziato la moschea di Mirandola sia lo stesso messo al bando anche dai paesi arabi per il sostegno all'isis ed ai gruppi terroristici esige risposte chiare dal Sindaco ma anche dalla Regione i cui finanziamenti sono andati in parallelo con quelli del Qatar, contribuendo alla realizzazione della moschea.
Senza chiarezza su questi punti la soluzione è una: il Ministero dell'Interno dovrebbero valutare la chiusura di tutte le moschee finanziate dal Qatar.
Non possiamo dimenticare quanto rilevato ai tempi, ovvero che il Qatar, ponendosi come stato guida dei fedeli di Maometto anche in Italia, avrebbe sostenuto direttamente le associazioni ed i centri di preghiera da loro gestiti.
Non è accettabile di fronte a questi nuovi scenari del terrore che si continui a fare finta di nulla e a fare finta che il problema non esista. Il tempo dei rimandi è finito'