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'Rispettiamo le sentenze come è doveroso fare, per questo abbiamo disposto che da lunedì 18 gennaio, le scuole superiori riapriranno al 50% di didattica in presenza, ma c'è un problema nazionale dato da sentenze che si esprimono in maniera difforme o opposta da regione a regione. Ci sono regioni in zona gialla e non solo arancione che manterranno chiuse le scuole, anche le elementari. In Emilia-Romagna, pur essendo pronti anche con il trasporto pubblico, già per l'apertura dell'11, avevano deciso il rinvio sulla base dei dati epidemiologici che, visto l'andamento che porterà 12 regioni in fascia arancione, sono stati confermati e che purtroppo ci hanno dato ragione'.
Così il Presidente della Regione Stefano Bonaccini nella conferenza stampa organizzata a poche ore dalla notizia del pronunciamento del Tar dell'Emilia-Romagna che ha sospeso l'ordinanza della Regione Emilia-Romagna che stabiliva, per le scuole superiori, la didattica a distanza fino a sabato 23 gennaio.
'Avevamo lavorato comunque per tempo, prosegue Bonaccini, per mettere a punto un piano regionale condiviso, basato sul potenziamento dei trasporti - oltre 550 bus aggiuntivi: 350 già in strada da settembre più altri 200 adesso, per un investimento della Regione di oltre 23 milioni di euro - e orari d’ingresso scaglionati lì dove serva, d’intesa con le scuole e le comunità locali. Quel piano c’era e c’è, quindi non abbiamo nulla da improvvisare”.
I dati sull’andamento epidemiologico, del resto, sono in peggioramento non solo in Emilia-Romagna, dove il nuovo Rt regionale settimanale oggi è di 1,15 rispetto a 1,05 della settimana scorsa, ma in tutto il Paese.
“A dimostrazione- ha aggiunto il presidente - che c’è un problema rilevante di tipo sanitario. Tanto è vero che anche il Governo ha ultimamente inasprito i criteri e le soglie per cui si passa in zona arancione e in zona rossa.
Quando ho assunto la mia ordinanza era addirittura in discussione un criterio che ci avrebbe portato direttamente al rosso, con conseguenza diretta di mettere in didattica a distanza anche la seconda e la terza classe delle scuole medie. Il rischio non è comunque scongiurato”.
In tutta onestà, non prevedevo che il Tar avrebbe annullato un provvedimento di carattere prettamente sanitario, assunto cioè per salvare la vita delle persone, soprattutto di fronte al peggioramento sia del quadro nazionale, sia di quello regionale”.
Il presidente ha infine sottolineato la necessità, per alunni e genitori, di avere chiarezza: “Perché se abbiamo regioni che in zona gialla hanno addirittura chiuso le elementari e altre in zona arancione che sono chiamate a ripartire in presenza con le superiori, in forza di sentenze dei Tribunali amministrativi, una diversa dall’altra, credo che icittadini facciano fatica a capire. Questo è un problema che avevo segnalato al Governo, l’ho fatto ancora ieri, perché ritengo incomprensibile come si possa affidare a singole ordinanze regionali e ad altrettante singole sentenze dei Tar regionali la soluzione della questione scuola, così cruciale per il Paese. Noi ci siamo assunti la nostra responsabilità, adesso tocca al Governo. Le Regioni che rischiano addirittura di entrare in zona rossa devono adottare provvedimenti restrittivi o riaprire?”.
Proposta al governo per vaccini al personale scolastico e subito possibilità di test sierologico ogni 15 giorni
Infine, da parte del presidente e degli assessori è stata espressa l’assoluta condivisione per la preoccupazione di famiglie e studenti: “Comprendiamo benissimo le loro ragioni e l’ultima cosa che vogliamo in questo momento così drammatico- ha concluso Bonaccini - è che la scuola diventi un campo di battaglia e di scontro. Per primi ci siamo battuti per la riapertura delle scuole al termine del lockdown e l’Emilia-Romagna fu la Regione che definì per prima le linee guida, poi adottate dal Governo per farle ripartire in sicurezza in tutto il Paese. Riportare ragazze e ragazzi in aula è un obiettivo comune, di tutti noi, e per questo continueremo a batterci fino all’ultimo”.
L’Emilia-Romagna, peraltro, è stata la prima in Italia ad avviare una campagna massiccia a favore della sicurezza della scuola, da ottobre con test sierologici e adesso con i tamponi rapidi gratuiti direttamente in farmacia per tutto il personale scolastico, studenti, famigliari e nonni anche non conviventi. Che potranno essere fatti non più ogni 30, ma addirittura ogni 15 giorni.
“Un provvedimento- ha annunciato Bonaccini- che adesso vogliamo rafforzare: renderemo infatti ripetibili i tamponi rapidi ogni due settimane. Non solo, perché abbiamo proposto al Governo che venga inserito il personale scolastico fra le categorie professionali più esposte a cui fare il vaccino anti-Covid al più presto”.