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'Partiamo da un presupposto: un ente locale non ha necessità del Paesc per porre in essere azioni dirette a ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 in atmosfera e il documento appare quindi come un cartello elettorale che elenca tante buone intenzione smentite nei fatti'. Così il capogruppo Fdi-Popolo della Famiglia Elisa Rossini argomenta il suo no alla delibera discussa oggi in Consiglio comunale sul Piano d'azione per l'energia sostenibile e il clima.
'La partecipazione della società civile alle scelte ad esempio è uno dei punti indicati nella delibera tra quelli a cui il Comune si impegna aderendo al patto, eppure non ci risulta che la redazione di questo documento derivi da un coinvolgimento della società civile e questo lo render una mera dichiarazione di intenti, con scadenze al 2030 che nessuno mai verificherà.
Detto questo, se l'obiettivo era semplicemente quello di prendere i 20mila euro deliberati dalla Regione, si poteva fare una cosa più stringata e indicare pochi obiettivi chiari e raggiungibili'.
'Cinque esempi concreti di come le promesse di questo documento non rispecchino la realtà. Il primo: in via Tignale del Garda in un immobile Acer da un anno un modenese è costretto a vivere con l'acqua che scende dal soffitto del bagno, finora non è stata fatta una riparazione definitiva. Forse prima di parlare di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare Acer, occorre preoccuparsi della manutenzione ordinaria. Il secondo: nel documento si afferma che la riqualificazione della zona ex Amcm offrirà opportunità per il sistema del verde, eppure non ci pare che siano previste zone verdi nella zona. Forse prima di fare promesse occorrerebbe mostrare il progetto ai cittadini.
Il terzo: nella scheda che riguarda il miglioramento del trasporto pubblico locale si parla di obiettivi al 2025 e 2030. Il monopattino o la bicicletta sono l’unica alternativa che viene data ai modenesi rispetto all'uso dell’auto? Il quarto: il documento prevede una serie di lavori per la sicurezza idraulica del territorio. Sono le stesse promesse fatte dopo l'alluvione del 2014 e oggi ribadite identiche dopo il disastro di dicembre scorso a Nonantola. Il quinto: nella scheda sulla riqualificazione del comparto ex mercato bestiame viene citato il Data Center inaugurato il 21 dicembre 2020 addirittura alla presenza dell’ex premier Conte con una vera e propria parata politica' - chiude Elisa Rossini. 'Ebbene è stata fatta l’inaugurazione di una scatola vuota. Tutto è ancora un cantiere e la struttura è chiusa. Ecco, i cittadini non si meritano parole vuote, progetti generici calati dall’alto. C’è bisogno di concretezza di progetti realizzabili, di obiettivi chiari. Tutto quello che questo piano non è'.
Redazione Pressa
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