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Quando senti racconti di ragazzi che devono svegliarsi un'ora prima, all'alba, quando c'è ancora buio, per recarsi in una scuola distante pochi chilometri perché il ponte è inaccessibile e la 'corriera' deve fare un giro lungo, fino a Camposanto, in altro comune, un giro lungo, tanto più lungo... perché in mezzo c'è il fiume, l'immaginario rimanda a qualcosa ben lontano dal presente. E invece no. Per i giovani studenti residenti a Ravarino questa è stata la realtà degli ultimi 5 anni. Quelli necessari a ripristinare la viabilità originaria di collegamento tra i comuni di Bomporto e Ravarino, 5 anni e mezzo a senso unico alternato con divieto di transito agli automezzi con portata superiore a 35 Quintali.
Cinque anni di lunghe code e di disagi. All'andata verso Bomporto, così vicino eppur così lontano. E al ritorno, nel pomeriggio, con il bus o lo scuola bus.
Per questo, oggi, forse i più contenti a salutare l'inaugurazione del nuovo ponte (l'unico della provincia ad essere ricostruito ex novo nel post terremoto), erano proprio loro: i ragazzi delle scuole di Ravarino. Loro, sorridenti davanti alle telecamere che lì a Bomporto, così vicino e così lontano, arrivano solo quando il fiume è in piena o la protezione civile si esercita. Loro, a recitare brani sul significato del ponte e dei ponti, tra comunità, tra mondi, materiali e spirituali. Loro, che sbuffano di fronte al ritardo del Presidente della Regione, la cui presenza è necessaria per dare il via alla cerimonia. E sono già le 12,20 anziché le 12. Che anche per loro, abituati ad aspettare, è tanto. Loro, che proprio al Presidente Bonaccini, dovranno consegnare una pergamena, che il Presidente non aprirà 'per paura' - dice scherzosamente - che ci sia una richiesta di soldi, per nuove opere.
Loro che sorridono davanti a quel ponte, insieme al loro sindaco, contenti perché non dovranno più dormire un'ora in meno. Loro, che hanno i nonni che inaugurarono il vecchio ponte, e che oggi inaugurano quello nuovo. Ponte tra generazioni. Loro, che sognano presto di prendere la patente, per poterci passare con la loro macchina, sopra quel ponte. Loro che grazie a quel ponte, potranno avere magari un motivo in più per restare in quella che, nonostante tutto, rimane la loro comunità.
Nella foto, i ragazzi delle scuole medie di Ravarino e Bomporto che hanno partecipato al taglio del nastro del nuovo ponte