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'La fine politica del Pd è accompagnata da liti interne tra correnti, fazioni e cordate, che si contendono il primato sulle partecipate pubbliche come nel caso di Seta. E’ ormai evidente che qualcuno cerchi di correre ai ripari prima della gara d’appalto per il TPL dei tre capoluoghi di provincia, in previsione di un secondo appuntamento, altrettanto decisivo: le amministrative comunali e regionali tra primavera e autunno 2019'. A parlare è Luca Rossi della Lega di Modena.
'Il mancato rinnovo del geometra Badalotti alla carica di direttore generale, avvenuta probabilmente sotto la pressione dei soci “bolognesi” e della sinistra Pd modenese, è pura tattica politica nel quadro strategico delineato dal “Patto per il trasporto pubblico regionale e locale per il triennio 2018-2020” che ha come obiettivo finale la fusione di tutte le aziende di TPL a maggioranza pubblica (Tper, Tep, Start Romagna e Seta).
Il progetto di armonizzazione dei trattamenti contrattuali dei lavoratori dei 3 bacini rimane in piedi e non sarà certo molto diverso da quello proposto dalla gestione Badalotti-Bulgarelli. Un obiettivo mancato solo temporaneamente, ma che si riproporrà una volta risolte parzialmente le problematiche relative all’obsolescenza della flotta, ai rapporti con i sindacati e il personale viaggiante - chiude Rossi -. Sacrificare una o più cariche non compromette in realtà la visione complessiva e gli obiettivi a medio-lungo termine. La gestione di questa transizione è stata affidata al presidente Cattabriga, il quale ha affermato la necessità di ciò che Lega Modena chiede da sempre, un aumento degli investimenti da inserire nel nuovo piano industriale per il rilancio dell’Azienda. Per ora si rimane sul piano delle promesse e delle cifre ad effetto (35 milioni di euro), ma tra un anno cosa rimarrà di tutto ciò?'
Redazione Pressa
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