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Nodo idraulico Modena, la vera messa in sicurezza è ancora lontana

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In 4 punti il Comitato Salute ambientale di Campogalliano smonta il piano illustrato dal sindaco di Modena in Consiglio Comunale


Nodo idraulico Modena, la vera messa in sicurezza è ancora lontana
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'I progetti di lungo periodo adeguati a contenere piene centenarie, gli unici a garantire una reale messa in sicurezza del nodo idraulico modenese, non ci sono. Alcuni esempi? Si sta approvando l'adeguamento della cassa del Secchia alle piene con tempo di ritorno di 50 anni e senza avere a disposizione i finanziamenti previsti. Di 50 milioni ce ne sono solo 20. Questo indica che il livello di sicurezza attuale per la cassa di espansione del Secchia, e per il tratto arginale dalle casse al confine regionale nord, è per piene con tempo di ritorno di 20 anni, definite tecnicamente piccole. Per l'ultimo stralcio della cassa di espansione del Secchia c'è la candidatura per accedere ai fondi del Next generation fund UE, in realtà per l'ultimo stralcio manca il progetto quindi non è possibile fare richiesta né all'UE né a nessun altro'.

Parte dallo stato dei principali interventi sul fiume Secchia la disamina di Massimo Neviani, esponente del Comitato Salute Ambientale di Campogalliano rispetto al piano di interventi di medio e lungo periodo per la sicurezza del nodo idraulico di Modena esposto dal sindaco in Consiglio Comunale nel marzo scorso anche in risposta ad otto interrogazioni presentate a seguito dell'alluvione del dicembre 2020, avvenuta a 6 anni dalla penultima del gennaio 2014. Nel 2014 a causa della rottura e del collasso dell'argine del Secchia e, nel 2020, a seguito della rottura e del collasso dell'argine del Panaro.

Il piano di adeguamento e messa in sicurezza posto a sistema, a stralci dall'alluvione, del 2014 (e con lavori che negli ultimi anni si sono sviluppati sul tratto più critico del Secchia da Ponte Alto a ponte dell'Uccellino), comporta un impegno da 170 milioni di euro e interessa tutti i corsi d’acqua del reticolo idrografico a partire, appunto, dal fiume Secchia, dove sono in stato di attuazione gli interventi di adeguamento funzionale e strutturale del sistema arginale, sia nel tratto di monte (tra Campogalliano e l’attraversamento della Tav) sia in quello di valle, a cui sono destinati circa 32 milioni di euro.
Rimanendo sul Secchia, il piano illustrato dal Sindaco e gestito principalmente da Aipo riguarda gli interventi di adeguamento della cassa di espansione, con l’obiettivo di contenere una piena con tempo di ritorno a 200 anni. Ma entrando nel dettaglio dei progetti previsti, a stralci, si scopre che la fattibilità e la potenzialità di finanziamento e dei progetti stessi si ferma ai primi tre lotti e ad una messa in sicurezza della cassa adeguandola dall'attuale TR20 al futuro TR50. La progettazione del quarto lotto che combinato con ulteriori interventi sull’alveo di valle, consentirebbe la messa in sicurezza a fronte di piene con tempi di ritorno a 200 anni, è a livello di studio di massima e per questo nemmeno finanziabile. Confermando di fatto quando da tempo sottolineato dal Comitato, ovvero che per tale livello i progetti non ci sono.

'Sul Panaro sono in fase di conclusione i lavori, finanziati per circa 20 milioni di euro, per rialzare e ringrossare gli argini e per consolidare le sponde e, sempre sul Panaro, e in particolare sull’area di espansione dei Prati di San Clemente' - recita il piano illustrato dal sindaco; piano che prevede il completamento, entro l’estate, degli interventi di adeguamento delle arginature, sulla sponda destra del cavo Minutara, e quelli di consolidamento del cavo Argine, a valle di via Chiaviche, oltre a diverse opere accessorie di servizio.

Ma anche per il Panaro, che a differenza del Secchia può quantomeno vantare una cassa di espansione in località San Cesario, e un asta fluviale, adeguate alle piene TR50, Massimo Neviani sottolinea come non ci siano i progetti di adeguamento per la piena centenaria. 'Siamo fermi al TR50 ma come si è visto il 6 dicembre a Nonantola in pratica gli argini non reggono neanche questo livello minimo'

L'unico progetto a livello di fattibilità adeguato a contenere piene centenarie TR100 era quello per un impianto di sollevamento del canale Naviglio alla confluenza con il Panaro, a monte dei portoni vinciani. Questi ultimi, lo ricordiamo, in caso di piena del Panaro si chiudono in maniera naturale impedendo all'acqua del Panaro di fluire nel Naviglio evitando un'onda di rigurgito ma allo stesso tempo all'acqua del Naviglio di scaricarsi in Panaro. In questo caso il rischio è legato, a portoni vinciani chiusi e precipitazioni su Modena, all'esondazione del Naviglio con difficoltà per l'area di Bomporto, di Bastiglia e, a ritroso verso monte, per Modena. Rischio che il sollevatore dovrebbe evitare, scaricando a portoni vinciani chiusi, l'acqua del Naviglio, in Panaro. Un progetto da 9 milioni di euro (stando alla relazione del sindaco), che 'però - afferma Massimo Neviani riprendendo quanto già esplicitato in un articolo de La Pressa- 'è stato inspiegabilmente accantonato'. Almeno nella forma originaria e approvata con le pompe di sollevamento lontane dal ponte di Bomporto.

Quarto ed ultimo punto del Piano per la sicurezza del nodo idraulico di Modena prospettato dal sindaco, quello relativo ai lavori per la sicurezza della Fossalta di Modena dove il 6 dicembre si è verificata l'esondazione del torrente Tiepido. Qui, oltre ai lavori in corso per l'innalzamento degli argini e dei muretti di contenimento a monte del ponte sulla via Emilia, da strada Curtatona alla confluenza con il torrente Grizzaga e al ponte della via Emilia, riemerge l'ipotesi abbandonata da decenni della realizzazione di una cassa di espansione. 'L'intervento specifica Massimo Neviani è entrato nella programmazione regionale, ma ciò significa significa che dopo 40 anni di parole non c'è ancora un progetto'

'In conclusione - Neviani - ciò che del Piano per la sicurezza del nodo idraulico modenese è stato illustrato è ancora ben lontano dal rappresentare una messa in sicurezza in base agli standard che prevedono un adeguamento a piene centenarie. Che significa, in soldoni, che i fiumi e il nodo idraulico modenese oggi non sono in sicurezza ma ciò che preoccupa, è che non potrà esserlo nemmeno nei prossimi anni'

Gi.Ga.

Nella foto, il livello dell'acqua del fiume Secchia in sinistra idraulica nel tratto di San Matteo raggiunto in occasione della piena del 6 dicembre. Anche in quel tratto gli argini del fiume sono adeguati al contenimento di una piena TR20

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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