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Si è conclusa la mattinata di approfondimento relativa al nuovo progetto di legge urbanistica regionale, organizzata da partiti e movimenti della sinistra Modenese – Sinistra Italiana, Per me Modena, Possibile, Rifondazione Comunista, Campo Progressista, PCI, Articolo UNO MDP, l’Altra Emilia Romagna - con l’intento di avviare un processo di azioni comuni per modificare il progetto di legge pensato dalla giunta Bonaccini.
'Le sessioni di approfondimento hanno discusso nel merito dei contenuti partendo dalla centralità della città e dal ruolo strategico riconosciuto alla pianificazione territoriale, reinterpretandone i suoi rapporti tra spazi pubblici, privati, consumo di suolo, ambiente, mobilità, paesaggio, convivenza urbana, lavoro, commercio e welfare, avanzando proposte per il suo miglioramento' - si legge in una nota.
Questi i 13 punti che saranno oggetto di proposte di emendamento da parte dei Consiglieri regionali che fanno riferimento a Sinistra Italiana, Art.
1 MDP e l'Altra Emilia e Romagna:
1. Rendere gli articoli della legge più coerenti con gli obiettivi di riduzione di consumo del suolo e di rigenerazione urbana che la legge stessa dichiara di perseguire.
2. Ripristinare il potere del Comune e del Consiglio Comunale nella pianificazione urbanistica cogente, rispetto ad una proposta di legge che lo ridimensiona a favore della negoziazione diretta con il privato tramite gli accordi operativi.
3. Limitazione forte delle numerose deroghe oggi previste che aumenterebbero il consumo del suolo.
4. Inserimento nel previsto limite massimo del 3% di consumo di nuovo suolo delle aree già previste negli attuali strumenti urbanistici (un elemento essenziale se si considera che le ulteriori espansioni ammesse dai piani vigenti si traducono, per ammissione dello stesso assessore regionale Donini in 250 chilometri quadrati di nuovi possibili insediamenti residenziali e produttivi, sufficienti a costruire da zero due nuove città come Bologna.
Ed è lasciato ai privati proprietari decidere se confermarli o rinunciarvi: nulla nella legge vieterebbe che siano confermati anche tutti i 250. Non solo, con il famoso incremento massimo del 3%, alle espansioni urbanistiche che risulterebbero confermate come diritti acquisiti potrebbero essere aggiunti altri 70 chilometri quadrati, che nelle città di Ferrara, Modena, Parma, Ravenna, Reggio Emilia, ad esempio, comporterebbero due chilometri quadrati di ulteriori espansioni, sufficienti per altri ventimila abitanti o diecimila posti di lavoro in ognuna... A proposito dello slogan vuoto e non vero di Bonaccini sul saldo zero
).
5. Rendere possibile la partecipazione dei cittadini modificando tempi e modalità degli accordi per i grandi interventi.
6. Riconoscimento al Consiglio Comunale della potestà di decidere, in modo libero e cogente, la pianificazione della città e i diritti edificatori, poteri che oggi il progetto di legge attribuisce solo agli accordi operativi fra Comune e privati.
7. Attribuzione alla rigenerazione urbana di un carattere più organico, e meno occasionale.
8. Rafforzamento del ruolo di inclusione e coesione sociale delle città quale effetto della pianificazione urbanistica.
9. Ridimensionamento del ruolo della rendita fondiaria come motore dello sviluppo economico della città.
10. Al fine di allargare la partecipazione alla decisione sulla legge richiediamo che venga raccolto il parere di tutti i consigli comunali dei comuni della regione.
11. Limitare l’esproprio ai soli casi in cui le aree abbiano una destinazione pubblica.
12. Dare certezza agli operatori economici e ai privati che intendono intervenire nei processi di trasformazione attraverso la destinazione d’uso e la definizione localizzativa e normativa contenuta nel PUG.
13. Rispetto del titolo V della Costituzione e delle leggi statali nell’attuazione delle competenze e del ruolo pubblico nella pianificazione e governo del territorio.