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“Non cerco la rissa. Draghi parlerà domani, ed è fondamentale che capisca che le Regioni sono al fronte: si faccia dare il quadro dei territori, tutti noi vogliamo tenere aperta la scuola, ma non ci sono le condizioni. Ci chiedono di svuotare il mare con il secchio. Il secchio non perde acqua, ma ha una capacità limitata”. Lo ha detto, in un’intervista a Repubblica, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia che spera in un ripensamento del Governo sulla riapertura della scuola. “Si esprima il Comitato tecnico scientifico – ha aggiunto – non può non farlo su richiesta delle Regioni”. “Come Regioni abbiamo chiesto il rinvio. Non voglio rompere nessun fronte, all’ultima riunione ho posto una questione che è stata messa nero su bianco: evitiamo di andare in ordine sparso, ma la comunità scientifica deve pronunciarsi.
Non abbiamo bisogno di lezioni nei talk show, ma di avere una presa di posizione ufficiale. Faccio un ultimo appello al Premier su questo”.
“Sono un autonomista impenitente, rispetto quello che fa un collega. In questo momento però non serve far cagnara. Il mio è un discorso costruttivo e vorrei che il confronto fosse libero dalla componente ideologica: la scuola per alcuni è intoccabile”. Si riferisce al ministro Bianchi? “Non faccio nomi, dico che un rinvio di 15 giorni non vuol dire perdere il campionato. Il problema è che il risultato sarà che da lunedì avremo un sacco di classi in Dad, orari ridotti, ci trascineremo per una settimana e poi probabilmente si dovrà intervenire. Ci vuole una regia, ma qui i presupposti sono scarsi. E se le condizioni per aprire rimangono queste, senza ipocrisia: non siamo in grado di reggere. Lo dice anche il mondo della scuola, con l’appello di un terzo dei presidi. Mai visto prima. Avremo dal 20 al 30% del personale che non si presenterà all’appello perchè quarantenati, malati o non vaccinati. Da noi sono 925, appena lo 0,9%, ma incidono anche loro…”.
Redazione Pressa
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