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Si avvia alla conclusione il restauro della chiesetta Ricci in via Finzi 208 a Modena. L’intervento in due stralci, ha visto un investimento di 295mila euro, a carico dell’Amministrazione comunale con un contributo regionale di 40 mila euro per la ricostruzione post sisma.
La chiesetta Ricci fa parte di un complesso abitativo rurale padronale a corte, presumibilmente di epoca tardo settecentesca, ed è costituita da un unico ambiente rettangolare di circa 42 metri quadrati. Si presenta con un interno piuttosto semplice: sulle pareti laterali sono presenti due finestre e, in corrispondenza del presbiterio, una porta. Sui lati sono collocate quattro lapidi commemorative di membri della famiglia Ricci mentre sul pavimento, in prossimità dell’ingresso, è presente una lapide di chiusura della camera tombale sotterranea dove, oltre ai resti di Giuseppe Ricci, sono conservate le spoglie di alcuni altri esponenti della famiglia modenese.
L’immobile, denominato anche ex Oratorio di S.Cecilia annesso a Casa Ricci, è legato alla tragica vicenda di Giuseppe Ricci, guardia nobile d’onore e cavaliere dell’ordine dei S.S.Maurizio e Lazzaro, ingiustamente accusato di tradimento e condannato a morte per fucilazione dal duca Francesco IV nel burrascoso periodo che seguì i moti del 1831.
Un tempo di proprietà privata, la chiesetta Ricci è divenuta di proprietà dello Stato per rinuncia da parte dei proprietari nel 1993 e, con l’accordo di valorizzazione con la Direzione regionale dell’Agenzia del Demanio, l’Amministrazione comunale ne è diventata proprietaria nel 2019. Già prima, l’Amministrazione si era interessata per la messa in sicurezza del bene e aveva aperto il confronto per il suo recupero: il progetto preliminare era infatti stato presentato e approvato già a fine 2017.
Redazione Pressa
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