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'Il dibattito sul modello di raccolta di rifiuti da seguire o da cambiare è importante ma non ha senso se non è accompagnato dalla chiarezza sui tempi e sulle modalità con cui giungere alla prevista chiusura dell'inceneritore al 2034, annunciata dal Comune, ma non confermata da Hera'. A ribadirlo è il Comitato Respiriamo Aria Pulita di Modena. Dopo non essere riuscita ad entrare in Consiglio Comunale con l'omonima lista con la quale si era presentata come candidata sindaco, Chiara Costetti, insieme a Cristina Martinelli e Massimo Neviani, componenti del comitato, ha dato appuntamento davanti all'inceneritore di via Cavazza. Qui, all'altezza dell'ingresso, il via vai di camion con rifiuti urbani, indifferenziati e speciali anche da altre province, è impressionante. Code di mezzi con decine di tonnellate di rifiuti (i compattatori con i rifiuti urbani sono ormai in netta minoranza), in attesa di entrare nell'area dell'impianto, sono costanti.
Nell'area alimentata dall'energia elettrica (prodotta al posto dell'energia termica, come era inizialmente previsto alla costruzione dell'unica quarta linea), vengono smaltiti anche fanghi, di diversa tipologia e provenienza. Il numero di autoarticolati, al ritmo di decine ogni ora, con rifiuti speciali di derivazione industriale, è enorme. 'E pensare che ormai basterebbe bloccare questo grande flusso di rifiuti speciali da altre province per fare morire di fame un inceneritore come questo' - ricorda Chiara Costetti. Con una sola super linea, che non può mai scendere sotto una certa quantità annua di rifiuti bruciati, Modena importa da altre province e da tutta Italia, rifiuti speciali e perfino fanghi a prescindere dai risultati della raccolta differenziata che ormai da tempo sta riducendo la quota indifferenziata urbana.
Risultati che anche a Modena dovrebbero giungere ad eguagliare quelli già raggiunti da anni in province come Forlì con Alea e come nell'area nord con di Modena, con Aimag (A Forlì i comuni si sono riappropriati con una azienda in house che ha sostituito Hera della gestione della raccolta, ora staccata dallo smaltimento, mentre nell'area nord Aimag ha sempre avuto una gestione operativa totalmente pubblica, applicando un porta a porta integrale con tariffa puntuale che portato al raggiungimento di straordinari risultati soprattutto in termini di quantità di rifiuti indifferenziati procapite, scesa in un numero sempre più alto di comuni, anche sotto i 50kg annui).
'Per questo a Modena si continua a vivere in un paradosso, in una presa in giro dei cittadini non premiati anzi di fatto puniti economicamente e ambientalmente dalla mancanza di tariffa puntuale e dalla presenza di un inceneritore a tutto gas, nonostante i loro sforzi nella raccolta differenziata. Il vera tema a Modena oltre quello del modello di raccolta è quello dell'inceneritore il cui spegnimento non può essere solo annunciato ma che per essere credibile deve essere allineato, nei tempi e nei modi, al sistema di raccolta e agli obiettivi che ci si pone. Con un cronoprogramma preciso e che dovrebbe vedere nella sua elaborazione, il coinvolgimento anche delle rappresentanze civiche della città. Come succedeva ai tempi dell'osservatorio istituzionale sull'inceneritore, ingiustamente chiuso. Noi oggi chiediamo da qui che si arrivi presto a fare chiarezza sui numeri sui tempi, sulle garanzie di chiusura, anche solo per dare un senso e credibilità a quanto a livello politico e amministrativo si sta portando avanti'
Gi.Ga.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>