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Una lettera inviata al sindaco di Modena, sottoscritta da una novantina di persone, residenti al Mo81, grande complesso residenziale nel cuore del quartiere Morane, esteso su un palazzo ad altezza variabile dai 5 agli 11 piani, dal civico 61 al 69 di via Tignale del Garda. Dove i residenti sono soci della cooperativa costruttrice e proprietari a vita, nella modalità delle proprietà indivisa. Una lettera al sindaco per segnalare che la fase finale del progetto di riqualificazione energetica e antisismica dell'immobile previsto dalla cooperativa costruttrice Unicapi, e dichiaratamente condiviso dal Comune, rischia di generare più danni che vantaggi per i residenti e non solo.
Il tutto nasce dalla previsione, svelata solo recentemente ai residenti, dalla Cooperativa Unicapi, e posta ormai come cosa fatta, di demolire l'intera stecca degli 80 garage di superficie per fare posto alle scale antismiche all'esterno dell'edificio, di realizzare altrettanti garage interrati, e di costruire, nella superficie liberata dai garage stessi, unita all'adiacente area verde, (vero e proprio parco con grandi alberi di pertinenza e ad uso dell'intera zona), strutture a disposizione del comune per l'accoglienza di minori con problematiche sociali e di integrazione.
Sarebbe un cantiere di lunga durata e di grande spesa, al quale, stando ad Unicapi e Comune, non ci sarebbe alternativa, nonostate la contrarietà dei residenti.
Contrarietà espressa su vari punti: dall'interramento dei garage, (soluzione in controtendenza soprattutto rispetto alle esigenze di una popolazione che in quel comparto è mediamente anziana e preferisce la situazione attuale con box in superficie), fino ad arrivare a due giudicate inacettabili: quella di dovere sacrificare un'area verde estesa per tutta la lunghezza del palazzo anche con alberi di alto fusto, (polmone verde al centro del quartiere), e quella che vedrà sorgere sull'area verde nuovi fabbricati in cui ospitare ragazzi in difficoltà. Una ipotesi, quest'ultima, che preoccuperebbe i residenti anche perché quei ragazzi accolti si troverebbero al centro di un'area che ha avuto e presenta già problemi di ordine pubblico che la recente cronaca conferma essere legati a devianza giovanile.
Per i residenti la soluzione per evitare tutto ciò ci sarebbe e partirebbe dalla causa di tutto: spostando semplicemente in un'altra area di pertinenza condominiale quei 14 box sui quali impatterebbero le scale esterne che saranno installate per l'adeguamento antisismico. Una soluzione che per il Comune, stando a quanto riferito dalla cooperativa ai soci-residenti, non sarebbe praticabile per effetto della nuove legge regionale urbanistica che vieta il consumo di suolo e impone il saldo zero. Motivazione contestata, anche in linea di principio, dai residenti: 'Da un lato il Comune impedirebbe lo spostamento di 14 garage su 80, obbligherebbe la demolizione di tutti garage attuali ed il loro interramento, in funzione di una legge che quanto pare non viene fatta valere nel momento momento in cui si autorizza lo stravolgimento di un area residenziale, la cancellazione di un'area verde e la sua riconversione. Come dire - sottolineano i residenti - il principio vincolante imposto a noi per dire di non potere spostare 14 garage, non vale per il comune che intende cancellare un intero parco per poi utilizzarne l'area autorizzandone di fatto anche un'altra destinazione d'uso. Tra l'altro in un quartiere dove esistono immobili pubblici non utilizzati e svuotati, come quello della locale circoscrizione, e che potrebbero ospitare attività come quelle previste. Perché costruire altre strutture al posto del verde creando un punto di aggregazione per ragazzi problematici in un quartiere dove alcuni comparti presentano forti problemi di devianza e degrado sociale?'
Nel video Erica, residente del complesso, illustra dal balcone l'area di cantiere e la grande area verde che scomparirebbe nelle sue forme attuali con i lavori previsti
La lettera inviata al sindaco
Ma la protesta dei residenti non si ferma qui e arriva a contestare l'operato della cooperativa e del Comune nel momento in cui avrebbero di fatto escluso i soci residenti da scelte su progetti di tale importanza.
'C'è un accordo con il Comune? Perchè noi soci-residenti dobbiamo imparare dal giornale del Comune che per il nostro comparto c'è un piano condiviso con Unicapi? Ci chiediamo dove sia finito lo spirito cooperativo di partecipazione e condivisione alle scelte ed il rispetto del principio della trasparenza' - affermano. 'Siamo soci, viviamo qui da sempre e vogliamo dire la nostra. Abbiamo detto si e condiviso la necessità dell'intervento per la riqualificazione energetica e l'adeguamento sismico dell'edificio. Illustrato e concordato in maniera chiara. Quello che non ci sta è che sia stato fatto passare in sordina, e comunicato solo un mese fa, una fase finale di fondamentale importante che stravolgerà le nostre vite e cambierà in peggio il volto dell'intero comparto. Per questo abbiamo voluto affermare il nostro no anche con una lettera al sindaco ed una raccolta firme'
Che cosa chiedete? 'Chiediamo una soluzione alternativa che ci deve essere ed un confronto chiaro. Stravolgere tutto senza darci la possibilità di dire la nostra non può essere l'unica soluzione. Soprattutto se imposta da una cooperativa di cui siamo soci. Vorremmo che il comune ed Unicapi ascoltassero le nostre ragioni e trovassero una soluzione alternativa a quella che ci è stata imposta'
Intanto la vicenda dovrebbe arrivare a breve sul tavolo dell'Amministrazione. Il consigliere comunale di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi, contattato da un residente nei giorni scorsi, conferma di essersi interessato al problema e che presto depositerà una interrogazione per fare chiarezza sulla vicenda
Gi.Ga.
Redazione Pressa
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