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Difficile rimediare ad errori, soprattutto quando si tratta dell'avvio di progetti strutturali nel campo della sicurezza idraulica, soprattutto quando si tratta di avere tagliato e raso al suolo ettari di bosco in più rispetto a quelli previsti, ambiente protetti, cuore del percorso natura del Secchia, che oggi ha cambiato fisionomia. Difficile farlo soprattutto senza garantire quella comunicazione pubblica e ai cittadini che anche l'Ente Parco aveva posto come condizione preliminare ail'avvio dei lavori stessi, anche rispetto alle opere di compensazione ai tagli e alla distruzione del bosco e degli ambienti protetti per vegetazione e fauna.
Difficile rimediare senza conseguenze ad una serie di errori tali, emersi tra l'altro soltanto dopo settimane dall'avvio dei tagli, documentato da La Pressa, in una inconsapevolezza che sembrava attraversare anche gli stessi enti, compreso il comune di Modena, sul quale l'area del bacino in linea della cassa, quasi totalmente raso al suolo, insiste.
Ma l'Aipo, l'Agenzia che gestisce il bacino idraulico anche del Secchia, ci ha provato. Oggi. In Municipio, davanti a sindaco e Assessori all'ambiente e ai lavori pubblici, dopo i tagli a dir poco eccessivi.
E ci ha provato dichiarando che Inizieranno entro novembre (in ritardo anche rispetto agli impegni e alle comunicazioni della Regione Emilia Romagma di febbraio e agosto),i lavori di rimboschimento e rinaturazione previsti.
Presenti all'incontro gli ingegneri Massimo Valente, dirigente Emilia orientale di Aipo, e Stefano Parodi, incaricato dell’ufficio di Modena. L’incontro, annunciato nei giorni scorsi, era stato convocato per fare il punto sull’andamento dei lavori, che hanno l’obiettivo di aumentare il volume della Cassa e quindi la sua capacità di invaso, ma che sono stati sospesi in seguito alla denuncia, poi verificata dagli stessi tecnici di Aipo, di un taglio di alberi eccessivo, rispetto al progetto approvato, da parte delle aziende incaricate.
“La sicurezza idraulica del territorio è sicuramente la principale priorità”, ha ribadito il sindaco Massimo Mezzetti intervenendo, insieme agli assessori Vittorio Molinari (Ambiente) e Giulio Guerzoni (Protezione civile), per sottolineare come sia necessario portare a compimento i progetti di Aipo sul nodo idraulico modenese. “Ma è indispensabile – è stato aggiunto come sollecitazione all’Agenzia – che venga esercitato un attento controllo sull’esecuzione dei lavori e, soprattutto, che venga fornita un’adeguata e tempestiva comunicazione a istituzioni e cittadini, un rapporto da coltivare con continuità, anche attraverso confronti periodici”. Aipo ha dato disponibilità alla richiesta del Comune di attivare un tavolo tecnico permanente sul sistema idraulico che verrà convocato dall’assessorato all’Ambiente.
Il progetto di rimboschimento e rinaturazione dovrà essere presentato all’Ente Parchi Emilia Centrale competente per il territorio nel quale si trovano le Casse. La Giunta comunale ha ribadito che l’intervento di rinaturazione avrebbe dovuto essere realizzato prima dell’avvio dei lavori accompagnandolo con la necessaria attività di comunicazione.
I dirigenti di Aipo hanno spiegato che ora, come compensazione, verrà esclusa dal taglio un’area originariamente prevista nel progetto, mentre, con oneri a carico delle imprese, saranno previste nuove piantumazioni di specie con valenza ambientale e compatibili con la funzionalità dell’opera, questo in aggiunta alle misure di compensazione ambientale già previste nella Valutazione di impatto ambientale.
Questo intervento fa parte del cosiddetto lotto 2 del piano di adeguamento delle Casse e prevede l’innalzamento degli argini e il loro consolidamento recuperando terreno dall’invaso con l’obiettivo di aumentarne anche la capienza. Il progetto del lotto 2 è finanziato con 27 milioni di euro nell’ambito del Pnrr. Insieme al lotto 1 (intervento sul manufatto per migliorarne la capacità di laminazione anche grazie a paratoie mobili) e al lotto 3 (ampliamento delle Casse in un’area in territorio di Rubiera) rientra nella strategia avviata negli anni scorsi, con i lavori realizzati sulle arginature del fiume, per adeguare le opere idrauliche a eventi con tempi di ritorno di 50 anni.
Il tempo di ritorno è il periodo medio che intercorre tra due eventi di una determinata entità ed è indicato per connotare l’intensità di un fenomeno naturale come le piene, appunto.
Oggi, grazie ai lavori terminati nel 2021-2022 di innalzamento e ingrossamento degli argini le opere di difesa del Secchia sono adeguate a tempi di ritorno di 20 anni. L’obiettivo generale previsto dalla pianificazione di bacino, anche in ragione dei cambiamenti climatici in corso, è quello dei 200 anni.
Nell’incontro è stato fatto il punto anche sugli altri interventi di Aipo, relativi al nodo idraulico modenese, con particolare riferimento al collaudo delle Casse del Panaro, ai lavori relativi ai Prati di San Clemente e all’esecuzione delle diverse ordinanze di lavori sugli argini sui corsi di Secchia e Panaro.
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>