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In questo periodo, in provincia di Modena, le donazioni di sangue sono state 27.185, il 3,29% in più rispetto allo scorso anno, con un aumento in particolare dell’ 8,11% riferito ai mesi di giugno, luglio e agosto, solitamente critici per quanto riguarda l’affluenza di donatori. Dal dato complessivo delle donazioni va rilevato il netto aumento di quelle del plasma, che hanno raggiunto sempre da marzo ad agosto le 10.660 unità, con un incremento del 21,67%.
Sono dati importanti ed incoraggianti, simbolo di quella grande generosità che il modenesi hanno sempre dimostrato sul fronte della donazione di sangue. Dati che consentono di gestire ampiamente la richiesta di sangue e plasma, anche nei mesi estivi, in cui fisiologicamente le donazioni calano e anche quest'anno, in cui si è aggiunta l'emergenza Covid.
Dati, quelli diffusi da Avid provinciale, che consentono di prevenire un allarme annunciato per l'emergenza Covid che avrebbe messo in difficoltà il sistema delle donazioni ma che, ad oggi, risulta infondato. Per Avis una risposta indiretta a chi quell'allarme, pubblicamente, lo aveva lanciato.
'In provincia di Modena questo allarme non esiste' - precisa Avis provinciale insieme al Servizio Trasfusionale del Policlinico, in base ai dati della raccolta di sangue e plasma nei mesi da marzo (inizio del lockdown) ad agosto'
“Sia durante il lockdown che nei mesi estivi – dichiara il dr. Giovanni Ceccherelli responsabile del Servizio Medicina Trasfusionale modenese - grazie alla disponibilità dei donatori Avis le strutture sanitarie della nostra provincia non hanno avuto carenze né ritardi negli interventi per mancanza di sangue.
Abbiamo anzi potuto mantenere le forniture previste al Centro Regionale Sangue e in questo caso, dall’inizio dell’anno alla fine di agosto abbiamo conferito 3.425 sacche di globuli rossi per aiutare altre regioni italiane nel mantenimento delle loro attività sanitarie”.
“Modena può contare su un sistema di raccolta solido e coordinato – aggiunge il presidente provinciale Avis Cristiano Terenziani – con una rete diffusa di punti prelievo nei nostri comuni che ci permette di gestire il flusso delle donazioni sia nei periodi di picco, che nelle emergenze, che nei momenti di “magra”. Una programmazione possibile grazie alla stretta collaborazione col Centro Trasfusionale e naturalmente con i nostri 30.000 donatori, che continuano a dimostrarsi responsabili e più forti di qualsiasi virus”.
Redazione Pressa
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