Effetto Cau, luci ed ombre sui dati (parziali) della Regione
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Effetto Cau, luci ed ombre sui dati (parziali) della Regione

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Per valutare l'effetto sui PS dopo l'apertura dei Cau, la Regione utilizza un raffronto percentuale sul 2019, e non sul 2022, riferimento preso lo scorso anno. Il risultato è un -15.5% sui codici bianchi e -9% su codici verdi. A Modena gli accessi al PS ridotti solo del 19%, meno del livello regionale, intorno al 25%. Gli accessi impropri al Pronto Soccorso rappresentavano in Regione il 66%. Anche confrontando dati non confrontabili, la strada da fare per sgravare davvero i Pronto Soccorso è ancora lunga


Effetto Cau, luci ed ombre sui dati (parziali) della Regione
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In Emilia-Romagna, da gennaio a maggio 2024, i 42 Centri di assistenza urgenza attivi hanno ridotto la pressione degli accessi in Pronto soccorso del 15,5% per i codici bianchi e del 9% per i codici verdi. E' il macro dato che emerge da quelli elaborati dalla Regione per valutare l’andamento dell’attività dei Cau, pensati e realizzati per rispondere alla gran parte dei bisogni e delle urgenze a bassa complessità clinica e assistenziale dei cittadini. Di fatto, sgravare i Pronto Soccorso dai cosiddetti accessi impropri, che la Regione, lo scorso anno, in sede di presentazione del piano Cau, riportava ad un 66% del totale degli accessi ai Pronto Soccorso. Il bilancio è stato presentato oggi in conferenza stampa a Bologna dall’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.

Dati che per la Regione indicano un successo delle nuove strutture ma che analizzando e contestualizzando i dati sarebbe tutt'altro che tale.

Sia perché il dato non sarebbe verificabile e raffrontabile se non rispetto al 2019, e dall'altro non sarebbe tale (un successo) se lo consideriamo con quei dati che nell'estate del 2023, insieme al varo della nuova legge sull'emergenza urgenza, ed il piano dei Cau, erano stati posti a presupposto per l'apertura dei CAU stessi. Ovvero sgravare i Pronto Soccorso dagli accessi impropri.

Andiamo con ordine: nella conferenza stampa di oggi vengono mostrati dei dati percentuali 2024 secondo i quali, a livello regionale, nei Pronto Soccorso, dopo l'apertura dei Cau, i codici bianchi sarebbero scesi del 15,5% mentre i codici verdi del 9%. Ma, viene specificato dalla Regione, la riduzione non è rispetto al 2022, annualità presa a riferimento un anno fa nella presentazione dei Cau, bensì al 2019, anno pre-covid. anche se già, in parte, influenzato dall'emergenza pamdemica.

Il dato fornito oggi dalla Regione nasce dal raffronto con il 2019, e non dai dati di partenza del 2022, presi a riferimento un anno fa dalla stessa Regione. Dai quali si partiva per giustificare l'apertura dei Cau. Dati che indicavano come il problema nei Pronto Soccorso, determinati dai cosiddetti accessi impropri (ovvero casi non gravi, non urgenti e e non tempo-dipendenti che non avrebbero bisogno del Pronto Soccorso), riguardava il 66% degli accessi. E' chiaro che se l'apertura dei Cau ha sgravato i Pronto Soccorso di una media tra il 20 e il 25% degli accessi ai Pronto Soccorso allora è chiaro dedurre che l'obiettivo anche solo di avvicinarsi a quel 66% (anche solo considerando gli accessi impropri), è ben lontano dall'essere raggiunto. In sostanza, se un effetto Cau c'è stato è comunque ben lontano, soprattutto se si considerano le grandi quantità di risorse umane e strumentali investite, dall'essere un successo.
Questo inoltre all'interno di una informazione, da parte della Regione, che non consente di fare un raffronto, oggi, con la stessa annualità, il 2022, presa a riferimento dalla stessa Regione un anno fa, e non contemplata oggi. Ma non solo: manca del tutto il numero assoluto degli accessi ai Pronto Soccorso dei casi impropri e dei casi generali.
L'effetto Cau potrebbe essere inoltre anche quello di aumentare in generale non solo l'accesso ai Cau, ma anche a quello dei pronto soccorso. In sostanza l'aumento della offerta di servizi per i casi meno gravi, potrebbe avere generato un aumento della domanda di quei servizi. Così come succede con le prestazioni diagnostiche e le conseguenti liste di attesa. Che aumentano pur a fronte dell'aumento dell'offerta. Evidenziando come il problema non è totalmente legato al numero di prestazioni che si possono garantire, ma anche e in buona parte alle prescrizioni improprie. Ma su questo fronte i dati, come detto, non ci sono. E visto che non ci sono è difficile anche fornire una misura ed una valutazione sui reali effetti dell'apertura dei Cau sul sistema dell'emergenza urgenza come era obiettivo della conferenza stampa di oggi.
In sostanza, oggi, dalla conferenza della Regione, mancavano i dati assoluti degli accessi ai Pronto Soccorso, con particolare riferimento ai codici bianchi e verdi, e il raffronto tra oggi e il 2022, oltre a quello degli accessi impropri. Nel 2022, nel periodo pre apertura dei Cau, ed oggi.

Con questa doverosa premessa riportiamo di seguito i dati forniti oggi dalla Regione e le dichiarazioni dell'Assessore regionale alla sanità Raffaele Donini
Se si confrontano i dati gennaio-maggio di quest’anno con quelli dello stesso periodo del 2019 (ultimo anno utile considerato che dal 2020 fino ai primi mesi del 2023 i Ps hanno affrontato l’emergenza Covid), il calo è ancora più consistente: gli accessi di codici bianchi e verdi in Pronto soccorso sono passati, infatti, da 142 a 97 per 1.000 abitanti (-32%). Complessivamente, considerando tutti i codici, gli accessi in Ps da gennaio a maggio 2019 erano stati 180 per 1.000 abitanti, contro i 159 dello stesso periodo 2024 (-21%).

“La riorganizzazione dell’emergenza urgenza- sottolinea Donini- sta dando i suoi frutti. Nei primi cinque mesi di quest’anno è evidente il calo di accessi in Pronto soccorso a favore, invece, dei Cau, che capillarmente coprono il territorio regionale. Il sistema sta funzionando, grazie anche al lavoro del personale sanitario e ai cittadini che hanno compreso quanto sia importante accedervi in modo appropriato. Per l’Emilia-Romagna è una sfida, un modello innovativo di sanità che vuole continuare a erogare cure e servizi di qualità e ad essere pubblica ed universalistica. Un modello che può diventare punto di riferimento a livello nazionale”.

L’effetto Cau sugli accessi in Pronto soccorso, per Azienda sanitaria
Secondo i dati elaborati dalla Regione che ha messo a confronto il periodo gennaio-maggio 2024 con lo stesso periodo del 2019, grazie ai Centri assistenza urgenza gli accessi di codici bianchi e verdi in Pronto soccorso sono diminuiti in tutta l’Emilia-Romagna, in particolare: in provincia di Piacenza sono calati del 45% (da 149 accessi per 1.000 abitanti nel periodo gennaio-maggio 2019 a 82 nello stesso periodo del 2024), in quella di Parma del 52% (da 111 a 53), in quella di Bologna del 33% (da 168 a 113). E ancora in provincia di Ferrara del 37% (da 140 a 88), a Imola del 34% (da 119 a 78), in Romagna del 27% (da 139 a 102), in provincia di Reggio Emilia del 29% (da 117 a 83) e in quella Modena del 19% (da 153 a 124).

I dati
Da novembre 2023 a giugno 2024, sono stati rilevati 230mila accessi nei 42 Cau attivi in Emilia-Romagna.
Nei primi sei mesi di quest’anno, anche per effetto del costante aumento dell’offerta di strutture, l’incremento di accessi tra un mese e l’altro è stato mediamente pari al 23%.
Stabile all’83% la percentuale di persone che trovano assistenza e cura direttamente all’interno della struttura. I tempi di attesa sono mediamente pari a 45 minuti, con accessi prevalentemente in orario diurno (82%). Nel 68% dei casi sono persone tra i 18 e i 64 anni. Per quanto riguarda il personale medico impiegato nelle strutture, nei Centri di assistenza urgenza lavorano circa 480 medici, dei quali il 61% ha meno di 35 anni e il 50% è specializzando.

Le prime otto cause di accesso ai Cau
I Cau sono stati istituiti dalla Regione per gestire le urgenze a bassa complessità, continuando a mantenere in capo ai Pronto soccorso le emergenze. Queste le prime otto cause per cui i cittadini in questi primi cinque mesi del 2024 si sono rivolti ai Centri di assistenza urgenza: 22,18% lesione o dolore agli arti e contusioni; 10,96% tosse, congestione, mal di gola o febbre; 5,71% dolore addominale; 4,6% eritema/problemi cutanei; 3,7% lombalgia; 3,05% otalgia; 2,22% richiesta di prescrizione; 1,52% cefalea/emicrania.

Gianni Galeotti
Gianni Galeotti

Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie..   Continua >>


 

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