Modena, nella seconda ondata il 15% dei parti da mamme col Covid

A queste si aggiungono 5 mamme che erano positive durante la gravidanza e poi si sono negativizzate
Sono 33 i parti da mamme Covid positive avvenuti al Policlinico di Modena, centro HUB per il percorso, dall’inizio della seconda ondata, il 15% dei parti effettuati a Modena a novembre. Fondamentale anche il ruolo dei centri spoke di Carpi, Mirandola e Sassuolo, dove sono stati istituiti percorsi ad hoc a vantaggio delle donne Covid positive in fase di gravidanza o nel puerperio, che garantiscono l’assistenza in caso di mancata ricettività dell’hub o per parti imminenti. Senza dimenticare il lavoro svolto dalla rete dei consultori, di concerto con le unità operative, nel seguire le donne Covid positive in gravidanza con interventi a domicilio con i Medici di famiglia e le Usca.
“In accordo col territorio – ha spiegato Fabio Facchinetti, direttore dell’Ostetricia e Ginecologia del Policlinico – come avviene per tutte le gravidanze difficili abbiamo centralizzato su Modena anche quelle di mamme positive.
“Quando una mamma Covid positiva sta per partorire – ha aggiunto Alberto Berardi, direttore della Neonatologia – veniamo avvisati in modo da poter entrare in sala parto con le dovute precauzioni. Il neonato pretermine o che necessiti di supporti ventilatori rimane 48 ore in una stanza isolata della Neonatologia in attesa dell’esito del tampone. Se negativo viene messo con gli altri neonati, altrimenti rimane in isolamento sino alla negativizzazione. Quando è in buone condizioni, se la madre è asintomatica e quindi è grado di assisterlo, lo trasferiamo in reparto con la madre”. Uno degli aspetti più importanti nei primi giorni di vita del neonato, soprattutto se prematuro, è il rapporto con la mamma, “Nelle prime fasi dell’epidemia, le indicazioni che venivano dai colleghi cinesi erano quelle di tenere separati mamma e bambino per evitare contagio del piccolo. La Società Italiana di neonatologia è stata tra le prime ad applicare un protocollo diverso, che salvaguarda la diade mamma-bambino e, soprattutto, l’allattamento al seno – ha aggiunto Berardi – perché la letteratura dimostra come il latte materno sia un vero medicinale per il bambino, capace di proteggerlo da diverse infezioni; Il latte materno è una fonte di trasmissione davvero rara (anzi tuttora si discute il suo potenziale ruolo) e in generale i sintomi dei neonati che pur possono contrarre il virus, essendo accuditi dalle loro madri sono, nella stragrande maggioranza dei casi, lievi. L’impostazione italiana, condivisa da altri paesi europei, è stata successivamente fatta propria anche dai colleghi americani”.

La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli.Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, s.. Continua >>